
La comparsa delle Società di Mutuo Soccorso risale al XIX secolo circa quando in seguito allo sviluppo industriale nasce l’esigenza di tutela dei diritti previdenziali. L’assistenza sociale di ogni individuo, sia essa economica che sanitaria, era in quei tempi prettamente oligarchica ovvero era un beneficio per coloro che avevano un certo reddito o patrimonio, tale da garantire una pensione dignitosa, ma soprattutto l’esistenza di una vita sana attraverso l’attività di prevenzione e cure delle malattie.

Gruppi di lavoratori, spesso della stessa categoria, così decidono di organizzarsi per mettere insieme parte dei loro risparmi dai quali poter attingere nei momenti di necessità per fronteggiare quegli eventi patologici che spesso conducevano alla morte di intere famiglie. La forma di aggregazione sociale e la solidarietà, appare da subito una soluzione efficace alla carenza totale dello Stato nel campo previdenziale. I lavoratori e le associazioni di categoria iniziano a costituire fondi dedicati a determinati eventi, permettendo così ad ogni lavoratore aderente e ai loro familiari di poter ricevere i sussidi necessari per sostenere le spese mediche necessarie. Attraverso questo sistema di aggregazione sociale, che si basa sulla forma associativa, di fatto ogni lavoratore aiuta l’altro, ogni contribuente versa un quota parte che potrà servire ad un suo collega o ad un suo familiare ponendo in essere un sistema Mutualistico puro, che oggi chiameremo a Mutualità prevalente, essendo i soli iscritti al fondo comune costituito i soli beneficiari.
Parlare di assicurazione in tale ambito è sbagliato per vari motivi. La logica assicurativa ha di base un profitto, prevede limitazioni e restrizioni alla garanzia di essere tutelati, come l’età, patologie pregresse e stato di salute. Diversa è la logica della mutualità prevalente, propria delle Società Generali di Mutuo Soccorso, le quali intervengo tramite l’erogazione di sussidi in favore dei lavoratori aderenti al “fondo” e dei loro familiari, ponendo in essere un grande forma di solidarietà sociale, fronteggiando momenti di crisi del welfare che oggi purtroppo grava in diversi Paesi d’Europa e del mondo.
Le società operaie di mutuo soccorso sono state le prime forme di aggregazione che hanno saputo reagire contro i rischi dell’esistenzialismo, come la salute, la vecchiaia e la morte, attraverso la costituzione delle Società di Mutuo Soccorso.

Ma nel nostro Paese in quei secoli cosa stava succedendo?In Italia tra il 1840 e il 1850 inizia una fase “presindacale” con la diffusione delle Società di mutuo soccorso, le prime forme di associazionismo operaio. Avevano l’obiettivo di fornire supporto ai propri membri in situazioni di disoccupazione, infortunio, malattia e anzianità.Da qui, pian piano, cominciarono a nascere forme organizzative più evolute sul piano sindacale. Già nel 1848, i tipografi di Torino crearono la “Società dei compositori tipografi torinesi”, seguita da almeno altre otto società simili nel 1880.Nel 1872, venne fondata la Federazione Nazionale dei Tipografi, la prima federazione nazionale di categoria, che riuniva tredici città e che nel tempo si sviluppò diventando una delle federazioni sindacali più rilevanti nel periodo precedente all’ascesa del fascismo.Seguirono poi, negli ultimi anni del XIX secolo, le Leghe di resistenza: coinvolgevano l’industria manifatturiera, soprattutto tessile e metallurgica, l’edilizia, i servizi, i trasporti e l’agricoltura.La nostra storia fa un ulteriore passo avanti negli anni ’90 del XIX secolo, quando, nel tentativo di rappresentare tutti i lavoratori di un territorio, furono costituite le Camere del lavoro. Le prime nacquero nel 1891 a Milano, Piacenza e Torino.La data da segnarsi è però il 1906, anno in cui nacque, con il congresso di Milano del 29 settembre, il primo coordinamento sindacale italiano come lo conosciamo noi oggi: la Confederazione Generale del Lavoro (CGdL). Nel 1912 si costituì a Modena l’Unione Sindacale Italiana, da una scissione di c.a. 20 mila lavoratori di diverse categoria, della CGdL, considerata ormai una cinghia di trasmissione del Partito Socialista. Tra i fondatori Filippo Corridoni, Alceste de Ambris, confluì anche Giuseppe Di Vittorio. Tra i suoi principi che il sindacato non poteva essere tributario di alcun movimento politico, filosofico, religioso ecc...