Difendere la propria Terra

NO TAV


Difendere la propria Terra è un dovere al quale è chiamato ogni bambino, ogni Donna e ogni Uomo!
Ognuno deve fare la sua parte,
ognuno con le proprie forze e capacità
ma soprattutto con volontà!
Ogni casa, ogni scuola, ogni luogo deve diventare un focolaio di resistenza.
Il sabotaggio della fonte di oppressione diventa essenziale per garantire la vita della nostra Terra!

Gino Ancona

Le Assemblee Civiche

Le Assemblee Civiche
Elementi modulari replicabili per una società libertaria e solidale.

Smettiamola con i farneticanti progetti politici di movimenti e partiti, rimbocchiamoci le maniche per costruire, nella quotidianità, una reale Rivoluzione Sociale facendo sorgere, giorno dopo giorno, una società nuova che scalzi progressivamente, per capacità e non per violenza, quella attuale basata sulla violenza del potere ed il privilegio di pochi.

Dobbiamo smettere di essere manovalanza di questo sistema di oppressione sociale ed economica basata sullo sfruttamento delle risorse e del nostro lavoro.

Risorse come le terre ed i mezzi di produzione, ma anche le arti ed i mestieri, vengono portate avanti e messe a fioritura e frutto, dal nostro lavoro quotidiano ed è da stupidi accettare che una ristrettissima parte parassitaria della società possa continuare ad arricchirsi attraverso le tasse che noi paghiamo su quello che è frutto del nostro stesso lavoro imponendo un modello parassitario che sta distruggendo le possibilità di vita del nostro Pianeta.

Quindi la creazione di meccanismi di controllo della spesa pubblica, per indirizzarla verso ciò che necessita realmente nelle varie comunità, diventa un primo passo essenziale per incominciare a riprenderci quello che è nostro perché frutto del nostro lavoro e per cambiare rapidamente rotta in favore della salute e dell’ambiente.

E allora basterebbe organizzarsi attraverso l’istituzione di assemblee civiche, Assemblee Cittadine Permanenti, nelle quali non si è più divisi per interessi politici e per speculare sulla collettività ma uniti dalla volontà di risolvere le questioni in favore di ogni singolo individuo e di conseguenza di tutta la collettività. La valorizzazione delle singole capacità diviene il perno intorno al quale far girare la nuova organizzazione della collettività dove è l’autorevolezza ad essere guida riconosciuta e non più l’autorità imposta.

Le modalità di funzionamento di questa nuova gestione delle comunità, siano essi piccoli centri o quartieri di città, saranno regolate dai singoli e dalle associazioni che parteciperanno in maniera attiva alle assemblee civiche, ogni associazione avrà pari rappresentanza del singolo individuo in modo da evitare che si possano formare interessi di parte. Le cariche assegnate dalle scelte assembleari saranno rigorosamente esecutive e su mandato, presentandosi dimissionarie alla successiva assemblea in modo che le responsabilità possano essere riconfermate o assunte da altri a rotazione così da evitare che si possano verificare accentramenti di potere di conseguenza assolveranno ruoli di coordinamento e non di dominio.

Sviluppare ed incentivare le capacità di ogni singolo individuo deve essere la linea guida per elevare l’intera collettività, è così che la futura società man mano prenderà forma. Non più autorità imposte ma autorevolezza riconosciuta e solidi principi mutualistici, come in natura è: vita armonica tra individui a loro volta in armonia con la natura.

Considerando quello che abbiano appena descritto come modulo organizzativo di una struttura sociale basterà replicarla a rete, quindi con i necessari “nodi” di coordinamento, per poter estendere su ampia scala l’organizzazione della società non più autoritaria e repressiva ma solidale e libertaria.

Solo l’azione diretta e volontaria, di ogni singolo per le sue capacità può essere la garanzia per tutta la collettività e alla luce della Storia, il continuare a sperare e credere, in “salvatori della patria” è solo segnale di profonda stupidità utile ai furbetti di turno per salvare e perpetuare, il sistema d’oppressione.

(Gino Ancona)

MANIFESTO

Unione SIndacale Italiana U.S.I. A.I.T. Facendo seguito all’impegno preso a Riotorto, durante il riuscito dibattito sull’autogestione, ritengo doveroso lanciare a tutte le sezioni e a tutti i compagni il seguente appello:

PER UN RILANCIO DELLE PRATICHE AUTOGESTIONARIE

SOLIDARIETA’- LIBERA COOPERAZIONE E MUTUALISMO

L’Unione Sindacale Italiana è un’associazione di lavoratori che lotta per tutti i lavoratori, per la difesa delle condizioni di lavoro e di vita di tutti gli sfruttati. Una difesa che non sia solo resistenza, che pure è necessaria, ma capacità di immaginare, progettare e praticare alternative all’esistente. A costruire, anche e fin da subito pezzi di una società altra e antagonista rispetto a quella in cui viviamo.

Tre sono quindi le linee d’azione che dovremmo perseguire a parità di impegno:

 – L’attività sindacale in senso stretto, ovvero quella sui posti di lavoro, che è irrinunciabile e dovrebbe essere condotta in senso egualitario e ricompositivo rispetto alle divisioni create fra i lavoratori. Quindi, in coerenza con quelle che sono le nostre rivendicazioni nella piattaforma nazionale, l’abbattimento delle barriere tra lavoratori a tempo indeterminato, quelli variamente precari e quelli in appalto o in subappalto, richiedendo salari e condizioni normative uguali per tutti a parità di lavoro svolto.

– La presenza, attiva e fondata sull’azione diretta, nelle mobilitazioni e nelle lotte sociali, a livello locale come nazionale, siano esse di tipo ambientale, antimilitarista, antirazzista, contro il caro-vita; denunciando però le illusioni politiciste e referendarie.

– Lo sviluppo di concrete pratiche autogestionarie, mutualiste e solidariste e il collegamento fattivo tra quelle che già, pur disperse, esistono. Nella consapevolezza però che la parola va data ai fatti più che alle teorizzazioni.

Purtroppo, proprio quest’ultimo terreno lo abbiamo colpevolmente abbandonato da troppo tempo a culture politiche che nulla hanno a che spartire con i suoi valori più profondi.

E’ necessario dunque riprendere l’impegno sul piano autogestionario. Ed è soprattutto vitale, perché la crisi è sempre più dirompente per gli sfruttati e li riduce sempre più a puro livello di sopravvivenza.

Non possiamo e non dobbiamo non farci carico di queste necessità, perché la prospettiva autogestionaria fa parte del nostro DNA e si collega direttamente alle esperienze fatte dal movimento dei lavoratori fin dai suoi albori.

USI–Arti e Mestieri è in questa prospettiva uno strumento molto importante. E’ necessario dunque rilanciarlo, con forza e subito.

Guido Barroero

Segretario  nazionale  USI-AIT

Nuovo Statuto

USI AeM-AIT

Nuovo  statuto approvato in sede congressuale

in Genova 7/8 maggio 2011

Nei giorni 7/8 di maggio del 2011 si è riunito in sede congressuale in Genova il nostro Sindacato ed ha approvato all’unanimità le modifiche proposte allo Statuto e quindi deliberato quanto segue come nuovo Statuto.

1 – Il Sindacato Autogestito Arti e Mestieri, già costituito in Bologna il giorno 02 di aprile del 2000,  aderisce all’Unione Sindacale Italiana sezione italiana dell’AIT ( Associazione Internazionale dei Lavoratori).

2 – Tale sindacato si propone di dar voce e tutelare tutti coloro che agiscono nel tessuto sociale alla ricerca di un percorso autogestionario della cultura e del lavoro.

3 – Il Sindacato Autogestito Arti e Mestieri fa propri i principi e gli scopi indicati nello statuto dell’USI-AIT.
Il suo funzionamento è ispirato allo statuto dell’USI-AIT.

4 – Scopo del sindacato Arti e Mestieri è diffondere il mutuo appoggio tra i suoi aderenti, al fine di difendere il diritto ad autogestire il proprio lavoro e la propria espressività. Tale risultato si raggiungerà sviluppando e promuovendo l’espressione manuale e creativa in ogni sua forma e stimolando la crescita di nuovi rapporti sociali nel rispetto dell’ambiente, dei propri ritmi di vita e della dignità dell’essere umano.

5 – Il sindacato Arti e Mestieri si propone come organizzazione di tutti i soggetti inseriti in tutti gli ambiti lavorativi e attività artistiche, artigianali e agricole: cioè tutti coloro che svolgono attività culturale e manuale e che si pongono come obiettivo il superamento della “logica di mercato”. Il sindacato incentiva e promuove la creazione di strutture d’autogestione concreta.

6 – In “Arti e Mestieri” devono essere favorite le aggregazioni specifiche di settore per dare maggiore incisività alle rivendicazioni e alle lotte del sindacato e per il raggiungimento degli obiettivi e finalità sopraddette. Le aggregazioni di settore del sindacato Arti e Mestieri collaboreranno tra loro e applicheranno il mutuo appoggio in difesa delle aggregazioni più deboli o di quelle che ne faranno esplicita richiesta.

7 – E’ compito degli iscritti ad “Arti e Mestieri” attivare e sostenere, anche economicamente, il sindacato. La partecipazione sarà, secondo le proprie possibilità, in modo non passivo, proponendo e discutendo il proprio pensiero e, soprattutto, agendo in prima persona in difesa  degli interessi dell’intera collettività.

8 – Le decisioni delle assemblee devono tendere all’unanimità; laddove questo non sia possibile, si farà in modo che le varie tendenze abbiano eguali opportunità d’esprimersi e di svolgere iniziative differenti, purchè queste non entrino in contrasto con le finalità e gli intendimenti di Arti e Mestieri e dell’USI-AIT.

9 – Organi decisionali:
9.1 – Il congresso generale nazionale (con cadenza triennale ed indetto dal comitato dei delegati attraverso la segreteria nazionale).
9.2 – Il comitato dei delegati (che verrà convocato dalla segreteria nazionale ogni qualvolta le sezioni lo riterranno necessario).
9.3 – L’assemblea nazionale di settore (per i settori)
9.4 – L’assemblea di sezione (per le sezioni)

10 – Organi esecutivi:
10.1 – La segreteria nazionale composta da: segretario generale; responsabile di cassa; responsabile del foglio di informazione; responsabili di settori o segretari di settori.

Letto e approvato all’unanimità

Statuto Spacci Popolari Autogestiti

  1. – E’ costituita una associazione culturale di cooperazione sociale mutualistica di arti e mestieri denominata – Spacci Popolari Autogestiti (acronimo S.P.A.) – in seno al Sindacato Autogestito USI Arti e Mestieri – AIT, già costituito in Bologna il giorno 02 di aprile del 2000, ed in attuazione degli scopi dichiarati nello Statuto del medesimo Sindacato di promozione e creazione di strutture d’autogestione concreta.
  1. – L’Associazione persegue i seguenti scopi:
  • salvaguardare il patrimonio agro alimentare incentivando, promuovendo e sostenendo forme di agricoltura attente alla qualità della vita e agli equilibri naturali della terra in cui il cibo viene prodotto;
  • Incentivare la cooperazione mutualistica e l’interscambio di saperi tra agricoltori produttori e fruitori, promuovendo la cultura del cibo e della convivialità in tutti i suoi aspetti;
  • far acquisire dignità culturale alle tematiche legate al cibo e alle sue produzioni mediante la sua valorizzazione attraverso la coltivazione e fruizione in sintonia con le leggi della natura, contrastando le concezioni attuali del consumismo e del profitto.
  • elevare la cultura alimentare dei cittadini, con l’obiettivo di formare una consapevolezza sui sistemi di produzione promuovendo l’attenzione alla qualità della vita e agli equilibri naturali della Terra;
  • sollecitare l’opinione pubblica verso le tematiche ambientali promuovendo un modello di produzione rispettoso dell’ambiente e delle identità culturali capace di costruire relazioni mutualistiche e di cooperazione tra i soggetti coinvolti, favorendo la socializzazione dei saperi e delle produzioni per elevare la qualità delle relazioni sociali;
  • favorire, in ogni ambito, ogni iniziativa, collettiva e/o individuale, tesa a sviluppare attività basate sulla cooperazione, il mutuo appoggio e la solidarietà, nel rispetto delle diversità e dell’ambiente naturale;
  • costruire relazioni mutualistiche, di cooperazione e solidarietà, tra lavoratori delle aree urbane e tra questi e i lavoratori dei territori rurali, superando le divisioni ed i ruoli imposti dall’attuale società capitalistica.
  1. – Per il raggiungimento di queste finalità l’Associazione potrà:
  • promuovere la conoscenza e la fruizione delle produzioni dei territori mediante la realizzazione di luoghi da noi denominati “Spaccio Popolare Autogestito” ( acronimo S.P.A.)per raccogliere e sviluppare progetti, pubblicazioni, mostre, mercati, eventi culturali, per la promozione di un turismo etico, culturale e enogastronomico e quant’altro si riterrà utile o necessario per sviluppare un’economia mutualistica;
  • promuovere e organizzare programmi di cultura agro alimentare e di economia mutualistica, da proporre ai soci, ai cittadini, alle scuole di ogni ordine e grado e ad altri soggetti pubblici e privati, per una più diffusa conoscenza delle radici storiche e dei processi produttivi;
  • favorire la creazione di gruppi d’offerta di produttori e gruppi d’acquisto di fruitori per la socializzazione mutualistica dei risultati dell’opera dell’uomo in ogni sua espressione manuale e creativa;
  • partecipare a livello nazionale e internazionale ad organismi pubblici o privati e gestire in prima persona iniziative, anche economiche, che si ritengano utili al fine sociale o intraprendere tutte quelle attività che non contrastino con la sua natura associativa.
  1. – L’Associazione opera avvalendosi di prestazioni volontarie da parte degli associati; in caso di particolari necessità l’associazione può rivolgersi a strutture esterne o impiegare lavoratori autonomi.
  1. – L’Associazione, qualora se ne presentasse la necessità potrà, per il raggiungimento degli scopi sociali, stipulare accordi con altre associazioni e sindacati.
  1. – L’Associazione svolge le proprie attività senza fini di lucro ed eventuali proventi in denaro si utilizzeranno per sostenere ed incentivare le attività di cooperazione mutualistica.
  1. – L’Associazione è a carattere volontario, apartitica, di promozione sociale e senza scopo di lucro;

è retta dai principi federalisti libertari, quindi dai principi della solidarietà e mutualità. Ogni Associazione locale è autonoma nel funzionamento e responsabilità di ogni sorta, designerà i suoi responsabili d’attività e potrà avvalersi di un suo statuto interno in armonia con il presente Statuto e con quello del nostro Sindacato.

  1. – Il patrimonio dell’Associazione è costituito:

dai contributi volontari degli associati che potranno essere richiesti in relazione alle necessità ed al funzionamento dell’associazione;

da eventuali donazioni, erogazioni, finanziamenti, lasciti o contributi di qualsiasi tipo, liberamente erogati; dai proventi eventualmente derivati dalla gestione economica del bilancio e del patrimonio.

Le quote – liberamente concordate -, i contributi e le donazioni di ogni tipo non sono rimborsabili in nessun caso. Per le obbligazioni sociali, risponde soltanto l’Associazione col suo patrimonio.

  1. – il funzionamento dell’Associazione è retto da un Consiglio Nazionale con funzioni di coordinamento, costituito dai Coordinatori locali e dal Coordinatore Nazionale eletto dall’Assemblea Nazionale.
  1. – l’Associazione locale è retta dall’Assemblea dei soci che elegge, come organi di coordinamento, il Consiglio di zona costituito da tre o più soci che hanno anche la funzione di responsabilità della cassa e il Coordinatore locale.
  1. – l’Assemblea Nazionale è indetta dal consiglio Nazionale tramite il Coordinatore Nazionale con scadenza massima di due anni;

l’Assemblea locale è indetta dal Consiglio di zona tramite il Coordinatore locale su richiesta dei soci.

  1. – la sede legale nazionale dell’Associazione è corrispondente alla sede legale del Sindacato Autogestito USI Arti e Mestieri – AIT sita in Genova, Piazza Embriaci civico 5 interno 12.

All’Associazione possono essere iscritti singoli individui o loro forme associate che affermano la necessità dell’Emancipazione sociale e dell’individuo.

Letto e approvato all’unanimità

Parlar di Rivoluzione… mangiando dal supermarket?

Ma parla come mangi !!!

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Questo è quello che il “popolo porco” ha sempre detto a chi parla in maniera artificiosa per mascherare la sua realtà ed è anche quello che da anni mi ronza nella testa, quando tutti i più grandi discorsi    “rivoluzionari“ “legalisti” e “illegalisti” finiscono passando o non passando dalla cassa di un supermarket, quando attaccando il Potere  si è dipendenti dal Potere non riuscendo ad andare oltre: ed è questo oltre che mi interessa!

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Come fare a sganciarmi dal giogo-gioco di “guardie e ladri” inventando qualcosa dove non ci sia posto ne per guardie ne per ladri!
Uscire dalla sopravvivenza ed entrare nella vita; dove tutto quello che fai sviluppa le tue energie, le accresce, le moltiplica, togliendo sempre più spazio al Potere togliendogli l’aria di cui si nutre si gonfia e si tronfia : dimostrare concretamente che IL RE E’ NUDO!!!
Non penso di essere il solo o da solo nella storia e in quello che viviamo ad avere questo tarlo in testa, infinite esperienze legate da un filo ideale si sono spinte in questa direzione, ma su un filo ideale, mentre il Potere concretamente fa economia, capitalizza riuscendo a lucrare, ingrassandosi, anche con quel famoso filo ideale triturando il tutto all’interno delle sue logiche di mercato.

Per fare un esempio banale ma che molti di noi hanno vissuto, i famosi anni 70, nei quali le strade, le nostre case, le nostre sedi e le nostre tasche erano piene di carte che vomitavano le peggio cose contro potere e capitale ma che in ogni caso ingrassavano le industrie cartiere.

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Ora faccio un’ipotesi altrettanto banale: se nei famosi anni 70 ci fosse stata una nostra cooperativa di cartieri o una cartiera socializzata magari parte di quella tonnellata di miliardi sarebbe rimasta all’interno di un nostro circuito economico magari reinvestita, così incominciando a creare le basi concrete di un’altra economia. Se poi, questa banale ipotesi si allargasse ad un arco storico più ampio magari alle nostre origini, tenendo conto dei quantitativi umani influenzati dalle nostre idee e dei loro relativi bisogni ci resta facile immaginare i risultati; molto probabilmente non avremmo più un mondo nuovo solo nei nostri cuori ma lo avremmo anche intorno a noi; sicuramente almeno per un pezzettino ( quel poco di Anarchia possibile come qualcuno diceva).

Ma la Storia non si fa con i “se” ma nemmeno rincorrendo lucciole scambiandole per lanterne, io penso che si faccia molto più banalmente, collegando tra di loro in maniera intelligente piccole cose che diventano parti di un progetto concreto e preciso di trasformazione sociale e non di un ipotesi filosofica ( e, come dice sempre quel famoso “popolo porco” la filosofia non riempie la pancia, considerando sempre che, un sacco vuoto non sta in piedi manco da solo )

A questo punto, i “Puristi del Pensiero“ e i cultori della politica ovvero, come dice sempre quel famoso “popolo porco” del quale mi onoro di far parte, dell’arte di fregare il prossimo insorgeranno accusandomi di “anarchismo bottegaio“ cosa che mi inorgoglisce visto che sono un anarchigiano. E…poi…tanto per tagliar corto, vorrei consigliare a chi eventualmente avesse perso memoria di dare una guardatina alle nostre origini e a quella dell’Internazionale dei Lavoratori.

Chiuso i preamboli veniamo al dunque: Da anni ormai, rianalizzando l’ultima sconfitta disastrosa subita e vissuta direttamente nell’anni 70, mi son ritrovato a pensare che l’unico modo per battere il Capitalismo sia batterlo lì dove lui fonda le sue radici, dove trova la sua linfa vitale, dove si costituisce ovvero l’economia; costruire un’ economia diversa, che garantisca l’espressione di una socialità diversa, che trasformi il quotidiano giorno dopo giorno elevando sempre più la qualità della vita, che dimostri in maniera inequivocabile che si può, che l’utopia è un’invenzione del Potere, che l’Emancipazione è realmente nelle nostre mani, che la Rivoluzione è una cosa banale come andare a lavorare e che quindi tutti la possono fare giorno dopo giorno strappandola, finalmente, dalle mani degl’Eroi!.. e, che dà anche, più capacità, forza e resistenza nello scontro diretto e quotidiano col “padrone”.

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Da anni ormai, in molti, in modi diversi e in cose diverse abbiamo cercato di costruirci qualcosa che fosse più in relazione con le nostre idee e con le nostre esigenze, chi in ambiti rurali e chi in ambiti urbani, abbiamo costruito una ricchezza culturale e materiale abbattendo il muro tra lavoro manuale e lavoro intellettuale, il che non è poco, ora bisogna incominciare ad allargarsi altrimenti rischiamo di rimanere schiacciati dal peso della nostra stessa fatica, dei nostri anni e di un mondo balordo sempre più difficile da ribaltare, diventando di fatto la peggior propaganda di noi stessi perché fatta solo di sconfitte.

Da un po’ di tempo abbiamo incominciato a confrontarci sulle nostre esperienze, verificando la necessità di collettivizzare i nostri percorsi in modo da renderli più visibili e quindi accessibili, l’Autogestione è tornata finalmente come necessità unica ed essenziale per costruire un percorso di Emancipazione e il Mutualismo è la spina dorsale di questo percorso.
Attrezzare l’economia che già abbiamo e che necessita sviluppare deve essere il nostro impegno per dare base concreta della società AUTOGESTITA che vogliamo e, l’Anarchismo torni ad essere, finalmente, la Pratica dell’Emancipazione Sociale!

Gino Ancona
Sindacato Arti & Mestieri
U.S.I.-A.I.T.
Tel. 333 4124262

rivoltalibera@libero.it

A proposito di Spacci Popolari Autogestiti

Sempre per quella famosa questione della serie – complichiamo tutto così non se ne fa niente – scrivo per cercare di semplificare e quindi fare.

Da sempre, in linea di massima, i Compagni lavorano per il Capitale ( in termini concreti ) sia come produttori che come consumatori ( del resto quello che il Capitale ha bisogno ), riservandosi una certa “libertà” mentale per sostenere momenti di critica che può assumere anche forma di ribellione ma che rimane strettamente vincolata e dipendente da quello che in concreto si produce – Capitale -.

Mi viene a mente, quello che troppo spesso mi son sentito dire da Compagni più avanti di me, quando, da ragazzino, li interrogavo sul che fare e la risposta, in sintesi, era sempre la stessa – propagandare l’Idea! perché finché non abbatteremo questa società infame tutto quello che faremo non verrà dalla fonte della Libertà e non sarà fonte di Libertà – il che sembra riconfermare la questione di sopra.

Nel frattempo ci sono Compagni che per motivi diversi o per avversione quotidiana a questa società sì son ritrovati a lavorare in proprio in settori diversi, dall’agricoltura ai servizi e per necessità di sopravvivenza il loro lavoro viene ugualmente venduto al Capitale, mentre altri Compagni sempre per sopravvivere sono costretti a comprare dal Capitale, magari, le stesse cose che quegl’altri Compagni hanno prodotto, tutta l’operazione ha un aggravio di costi tutto a beneficio del Capitale.

La cosa più divertente è che questi compagni s’incontrano spesso per complottare contro il Capitale, propagandando l’Idea, mettono su “organizzazioni” per liberare il lavoro dalla tirannia del Capitale e per dirindindina non riescono ad organizzarsi per arricchire meno il Capitale risparmiando sulla spesa e poi si lamentano pure che – non hanno i soldi per propagandare L’Idea, come meriterebbe, mentre il Capitale riesce sempre perché ha i soldi – .

Beh.. gli S.P.A. ( Spacci Popolari Autogestiti ) sono l’anello economico di congiunzione tra Compagni ( per incominciare e poi si vede ) per sottrarre quante più energie possibili al Capitale rimettendole in circolo tra Compagni migliorandoci l’esistenza … e … vi assicuro che anche l’Idea ne viene a guadagnare.

per la Rivoluzione Sociale
Gino Ancona
Arti e Mestieri U.S.I. – A.I.T.

Concerto del primo maggio 2015

L’audio del concerto

Il 1° Maggio nasce come momento di lotta internazionale di tutti i lavoratori, senza barriere geografiche, né tanto meno sociali, per affermare i propri diritti, per raggiungere obiettivi, per migliorare la propria condizione.
Il primo maggio 2015 in piazza Cavour a Bitonto si sono alternati musicisti e artisti sul palco allestito da Gino Ancona, membro del Coordinamento per la difesa del Patrimonio Culturale contro le devastazioni ambientali.