giovedì, 27 novembre 2008

VENERDI’ 5 DICEMBRE 2008 – Crispiano (Taranto)

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Alla Masseria Autogestita Valente

Presentazione del progetto Artiemestieri
Sottrarre al capitale, redistribuire agli sfruttati.

A seguire concerto con

A FORA DE ARRASTU (Punk HC – Sardennia)

LOST AFTER DEATH 
(Metalcore – Crispiano)

Arrivati a Crispiano prendere per Parco delle querce. 2km prima girare a dx nella Masseria Valente

LASCIA IL CANE A CASA. PORTA LA DISTRO. NO NAZI.

mercoledì, 12 novembre 2008

PARODIA DEL MOVIMENTO

La vita è come la bicicletta.
Per restare in equilibrio bisogna muoversi.
Albert Einstein

Qualcuno dice che bisogna rinnovare il linguaggio, alcuni offrono soluzioni semantico/comunicative, altri sostengono la tesi secondo cui “i nemici dei nostri nemici sono nostri amici” e poi altri ancora dicono che tutto ciò che è novecento è vecchio e sorpassato e così via.
A ben vedere gli stessi che propongono talune soluzioni non è che godano di ottima salute e anche quando i numeri di partecipanti sono, e lo sono, più significativi di altri va però detto che non è che la sostanza e cioè i contenuti espressi siano particolarmente interessanti…eufemisticamente parlando.
Allora forse il problema di fondo non sono tanto gli strumenti ma, banalmente, il fine che si vuole perseguire. Che nell’oggi della marcia trionfale capitalistica, e nonostante tutti possano vedere quanto poco ci sia da festeggiare, sia di moda sbarazzarsi di ogni residuo novecentesco buono, condivisibile, attuabile e forse irrinunciabile poco importa.
——
Si butta tutto, acqua sporca col bambino, vecchi scaffali con i libri.
Il progetto che avete sotto gli occhi è un progetto aperto: non parla una lingua perché è giusto o sbagliato, parla la lingua che si conosce ma se qualcuno ne conosce altre è ben accolto.
Così unendo conoscenze moltiplichiamo la comunicazione.
Quello che però è chiaro a  noi che l’abbiam assemblata, e che aspiriamo possa essere migliorata e di molto, è il senso che ha oggi, più di ieri, il “muoversi”.
Un senso che ha radici lontane, prima ancora del novecento, e rincorre un futuro, l’unico futuro per noi accettabile: che vede un’umanità solidale, non gerarchizzata, propensa alla felicità di ognuno e di tutti, conscia che libertà e uguaglianza siano valori e aspirazioni imprescindibili e complementari ma soprattutto inscindibili.
Questa goccia in mezzo all’oceano, questo granello di sabbia in un motore mortifero oliato da troppo tempo, altro non è che uno strumento da socializzare.
Bisogna però socializzarlo.
E questo aspetto è la metafora della vera e profonda difficoltà che i senza potere hanno da troppo tempo: non socializzano, al massimo comunicano ma non è la stessa cosa, anzi.
Che il bisogno di socializzare però sia diffuso lo dimostrano i tanti tentativi (per altro azzeccati in termini di business) tutt’ora in “rete” dove blog, social network e community esplodono e costringono i padroni ad aggiornare conoscenze, spartirsi know how a suon di milioni di dollari e fagocitarsi  a vicenda nel nome di quel fantomatico “libero mercato” di cui tutti stiamo ancora aspettando che qualcuno ci spieghi chi, come e quando sia esistito nel mondo che noi conosciamo.
Il problema è che il fine di questa socializzazione è il mezzo stesso, tutto è virtuale: la conoscenza e la soddisfazione. Noi vorremmo che dal virtuale si approdasse alla realtà, che dalla conoscenza, alla sua socializzazione si arrivasse alla fiducia umana.
Loro però oltre ai soldi, c’hanno testa (e se non abbastanza comprano quelle degli altri) e hanno tempo.
Noi invece abbiamo singolarmente pochissimi soldi, di teste ne abbiamo (chi più e chi meno) ma di tempo pochissimo (perché c’è lo tolgono loro o quantomeno c’è lo tengono occupato il più possibile).
Così abbiamo pensato fosse il caso di ricominciare dal tempo, mettendo in comune le teste pensanti per arrivare ai soldi: si il denaro ma per spartircelo fra noi, socializzandolo e investendolo in progetti di utilità sociale solo fra noi (richiamati dalla foresta) e sottraendolo a loro, quanto più possibile a quanti più possibile.
Non un Robin Hood che ruba ai ricchi per dare ai poveri ma tanti Robin che rubano ai ricchi perché sono poveri;)
Questo progetto è mutualismo, ma tu chiamalo come vuoi.
Queste idee sono anarchiche, ma tu chiamale come vuoi.
Questi valori sono comunisti, libertari, sovversivi ma tu chiamali come vuoi.
Questo strumento è solidarietà, questa però chiamala così, chiamala con il suo nome.

Perché è di questo che c’è bisogno: una solidarietà vera perché autonoma da ogni filantropismo, carità o anche bisogno di trasgressione foss’anche esotica, terzomondista o quant’altro.
E si badi non ci interessa sindacare da dove uno venga, quali i suoi trascorsi e con chi intenda intraprendere il viaggio, a noi interessa che la strada (lo strumento) porti dove si vuole noi.
Un vecchio compagno diceva “non basta desiderare una cosa: se si vuole ottenerla davvero bisogna impiegare i mezzi adatti al suo conseguimento. E questi mezzi non sono arbitrari, ma derivano, necessariamente, dal fine cui si mira e dalle circostanze nelle quali si lotta; giacché ingannandosi sulla scelta dei mezzi, non si raggiungerebbe il fine propostosi, ma un altro, magari opposto che sarebbe conseguenza naturale, necessaria, dei mezzi adoperati. Chi si mette in cammino e sbaglia strada, non va dove vuole, ma dove lo porta la strada percorsa“(E. Malatesta).
Così, giusto per rispondere a quanti paventano questioni di “stile”, la parodia del movimento non è apparentemente quella in uso nel gergo comune, la parodia del movimento è quella comunemente intesa nella musica d’un tempo “parà (simile) + odè (canto)” indicando la trascrizione di un brano musicale con la sostituzione dell’orchestrazione e/o del testo cantato, dove non vi è alcun intento satirico, anzi, si tratta di testimonianze di sincera ammirazione fra autori.
 
Non chiediamo ammirazione ma partecipazione, perchè questo o è un progetto di tutti e per tutti o semplicemente non è.
 

Stefano Raspa

mercoledì, 12 novembre 2008

Problematiche d’uso

Mi registro, la registrazione va a buon fine ma in realtà non riesco a fare il login (entrare) per inserire l’annuncio o consultare i presenti.

Hai controllato nella tua casella di posta se ti è arrivata una mail da parte di Arti & Mestieri contenente un link da cliccare per confermare la registrazione? Se non ti è arrivata contattaci, prima però controlla che non sia stata bloccata da un antispam/antivirus o spostata nella posta indesiderata.  Nel caso invece la ricevessi affinchè la registrazione avvenga correttamente devi, appunto, cliccare il link in essa contenuto che serve ad assicurare (noi e te) che sia stato proprio tu a compilare il form di registrazione. Nella mail è comunque tutto descritto, una volta data la conferma allora puoi tornare nel sito e fare il login.

Sto consultando gli annunci ma non riesco ad accedere alla mail dell’autore.

Hai effettuato il login? Per motivi di sicurezza la consultazione è fruibile da chiunque ma l’email e/o numeri telefonici sono consultabili solo dagli utenti registrati. Nel caso fossi un utente registrato ricordati di fare sempre il login per ottenere i contatti dell’annuncio oppure, se non sei ancora un utente, registrati seguendo le indicazioni in fase di registrazione.

Non riesco a inserire un immagine nel mio annuncio.

Le immagini (foto, grafica, ecc.) debbono essere in formato JPG, GIF o PNG, altri formati NON sono supportati. Controlla anche il peso e accertati di non superare i 150 Kb di peso ognuna.

E’ possibile fare una ricerca per territorio (provincia, regione, ecc.)?

Si e no. No perchè la geolocalizazione dell’annuncio non è ancora stata implementata, ci stiamo lavorando;) Tuttavia è possibile cercare inserendo il nome di una città, provincia e regione, se l’autore dell’annuncio ha inserito questi dati all’interno della descrizione dell’annuncio (es: scambio olio prodotto in Puglia con…) allora la ricerca rileverà la parola cercata e restituirà i risultati richiesti. Non è un sistema completo e ottimizzato ma fino a che non implementeremo quello definitivo resta l’unica e parziale alternativa.

Stavo inserendo l’annuncio ma a causa di un blocco (collegamento, pc, server ecc.) lo stesso non è stato completato e salvato: è possibile rintracciarlo?

No, il sistema non prevede un salvataggio provvisorio pertanto non ci è possibile recuperare l’annuncio parziale da alcuna parte. Dovrete quindi riloggarvi e reinserire l’annuncio salvandolo. In alcuni casi però se le cache del vostro browser e del vostro sistema operativo sono attive (solitamente questo avviene provando a cliccare avanti o indietro nel browser) potreste rivisualizzare la pagina precedente al blocco e tramite il copia/incolla salvarvi il testo per poi reinserirlo.

venerdì, 24 ottobre 2008

Fiera delle Autoproduzioni

Immagine attiva

LE MACERIE  BARACCHE RIBELLI PRESENTA
Fiera delle Autoproduzioni
Domenica 26 ottobre 2008
Molfetta

Un’altra economia è possibile..
Imperdibile appuntamento per tutti coloro che hanno in mente un futuro
diverso da quello imposto dalle logiche economiche attuali.
Il nostro futuro..
Diffondi e fai girare..
infoline
tel: 3293505829
mail: malakia78@libero.it
www.myspace.com/lemacerie_baraccheribelli

venerdì, 24 ottobre 2008

Congresso di Medicina democratica

Il Presidente Nazionale:
dr. d’Angelo Fernando Antonio (Tonino)
Tel. 329 2921273;   e mail: toninodangelo@libero.it

COMUNICATO STAMPA di
MEDICINA DEMOCRATICA-MOVIMENTO DI LOTTA PER LA SALUTE
DAL CONGRESSO NAZIONALE
TENUTOSI A BRINDISI DAL 17 AL 19 OTTOBRE 2008
un forte richiamo alla mobilitazione
a sostegno delle lotte democratiche per la tutela della Salute
A Taranto sono morte per inquinamento più persone che con le Torri Gemelle… la strage continua.
Taranto è un’emergenza nazionale e, in questo momento,
diciamo: “SIAMO TUTTI TARANTINI”
in ricordo perenne di Giulio A. Maccacaro, Luigi Caretto, Nicola Lovecchio, Gabriele Bortolozzo, Roberto Negri, Augusto Puccetti, Lorenzo Tomatis, Vladimiro Scatturin, Ettore Ribaldi
———————————————-

Il Congresso ha visto impegnati oltre cento partecipanti, rivenienti da molte Regioni,  anche in gruppi di lavoro, che hanno discusso di “ salute nei luoghi di lavoro ,  salute-ambiente-energia-rifiuti , salute-disabilità ed emarginazione ,  salute e  immigrazione,  salute delle donne,  salute e servizio sanitario nazionale,  salute mentale,  salute- pubblicizzazione e qualità dell’acqua”.
La salute nei luoghi di lavoro è stato il tema più dibattuto e al centro di grande interesse degli oltre 100 congressisti che hanno seguito e partecipato ai lavori. La Thyssenkrupp, come l’ILVA di Taranto, come il petrolchimico di Brindisi, l’Enichem di Manfredonia e altre produzioni di morte in Italia, sono stati  più volte ricordate per i morti sul lavoro ,  crimini che devono cessare.PER QUESTO M.D.  SI È COSTITUITA NEL  PROCESSO
CONTRO LA THYSSENKRUPP COME PARTE CIVILE,
COSÌ COME INTENDE SOSTENERE LA LOTTA PER LA CHIUSURA DELL’ILVA DI TARANTO
E DI ALTRE PRODUZIONI DI MORTE.Emerge, a distanza di più di 30 anni, con più forza,  la convinzione che G.A. Macaccaro, primo Presidente e tra i fondatori di Medicina Democratica, esprimeva con chiarezza a proposito di cosa deve essere la Medicina, che non appartiene agli “addetti ai lavori”, bensì deve essere dentro le lotte di liberazione, facendo incontrare il sapere degli  “esperti sulla propria pelle” (lavoratori, cittadini attivi nei luoghi di vita e di relazione) e i “tecnici democratici”, democratici proprio perché capaci di confrontarsi, di costruire un sapere condiviso, non autoreferenziale.

Maccacaro diceva nel 1976  e Medicina Democratica ancora oggi con più convinzione afferma che
“la Medicina deve essere:
• preventiva nel senso più genuino e intrepido non esaurendosi nella diagnosi precoce di malattie già accettate nel memento in cui sono accertate: promuovendo, invece, e difendendo la salute umana da tutte
le offese dell’ambiente di lavoro e di vita fino a piegare queste a quella e non viceversa:
• sociale nel senso che sappia rivolgere e portare il suo intervento nella comunità reale in cui l’uomo vive, opera e realizza se stesso, senza strappare o  ignorare , come da sempre, queste sue radici ma riconoscendovi, anzi, la testimonianza dell’assoluta inseparabilità della salute collettiva da quella individuale:
• collettiva nel senso che, superando qualsiasi forma presente o imminente del sistema mutualistico burocratico, parassitario e inefficace, dichiari e realizzi l’assunzione integrale da parte della collettività partecipante del diritto di porsi come soggetto non solo di salute ma anche di Sanità:
• umana nella misura in cui – recuperato il colloquio perduto tra una medicina sempre più oggettivante ed una sofferenza più soggettivata, ricomposti i frammenti di un atto medico denaturato dalla mercificazione e dalla oblazione al potere – restituisca al malato e al medico la loro integrità che li faccia essere  finalmente della stessa parte: quella dell’uomo contro il potere, quella del lavoro contro il capitate.

IN TAL SENSO INTENDIAMO AFFERMARE CHE :
“LA SALUTE NON È MERCE,
È PERTANTO INCOMPATIBILE CON L’ATTUALE AZIENDALIZZAZIONE DELLE USL”.
-l’attuale Servizio sanitario nazionale è incompatibile con la Salute.
-il sistema dei DRG va abolito, in quanto tutto impostato sulla medicina curativa-speculativa,tagliando e facendo a pezzi i percorsi assistenziali, tra ospedale e territorio, generando ad esempio  ulteriore abbandono delle persone inserite in percorsi psichiatrici di fatto coatti, che, come con la delibera 1170 del luglio 2008 in Puglia, vengono marginalizzate ed escluse da interventi di inclusione sociale, di emancipazione,  e liberazione .

L’attuale servizio sanitario è “al maschile” , in quanto pesa soprattutto sulle donne, sorelle, mogli, figlie, madre, costrette a farsi carico di una quota assistenziale sempre più pesante, in specie al SUD, in assenza di welfare e di lavoro!, vedi per il carico di assistenza per le presenza di persone con disabilità, non autosufficienti…
E’ un servizio che “cura” i sani e li ammala e abbandona i malati e li fa crepare!
E’ un servizio che fa aumentare le diseguaglianze e accresce la forbice tra ricchi e poveri!
Il Servizio Sanitario Nazionale che vogliamo e per cui lottiamo,  deve essere Servizio Nazionale per la Salute(SNS), non si deve identificare con la Sanità, quale mera organizzazione di servizi e presidi, autoreferenzialmente centrata sugli addetti ai lavori, piegata agli interessi speculativi dell’apparato medico-industriale, che attraversa la Sanità privata, come anche parte di quella pubblica.
Il SNS deve assicurare un livello di Coordinamento tra le politiche, tutte afferenti agli obiettivi di Salute, ovvero politiche di pace, internazionaliste, in grado di restituire al Sud del mondo autodeterminazione e quanto saccheggiato ad oggi, politiche urbanistiche, del lavoro, della tutela ambientale, dei trasporti,  dell’istruzione, giovanili, delle persone migranti.
Infatti non sono affatto indifferenti le condizioni sociali, economiche, ambientali, di pace e guerra, sul SNS!
Prevenzione primaria, prevenzione vera, non meramente “sanitarizzata” e la partecipazione, sono mezzo e fine per la Salute: Sono indicatori irrinunciabili, oggi assenti nei processi di Aziendalizzazione.
Strategicamente, individuando obiettivi di lotta condivisi, è necessario investire nella costruzione di relazioni, partendo dai luoghi in cui si è presenti, con i comitati studenteschi universitari, partendo dai collettivi di Medicina, indi di sociologia, informatica, psicologia etc., coi comitati di lotta nei luoghi di lavoro, nei territori, veri e propri naturali operatori della vera prevenzione.
Non possiamo incontrare i cittadini e i lavoratori, solo o soprattutto quando sono morti o malati, anche se nostro malgrado!!
DOBBIAMO ESSERE GLI “ANGELI DELLA PREVENZIONE”, non solo quelli del giudizio finale, risarcitorio post mortem!!
CHIUDERE L’ILVA DI TARANTO È UN IMPERATIVO PER LA NAZIONE!
Essere per la prevenzione non a chiacchiere, essere per la Salute, spiega  perché nel Congresso ho affermato che “Chiudere l’ILVA di Taranto è un imperativo per la Nazione, un impegno di tutto il Movimento a sostegno di Peacelink e di altri comitati di lotta impegnati da anni contro le produzioni di morte, per smetterla immediatamente di essere complici e conniventi in questa strage, che sta seminando morti e malati, saccheggiando il territorio”
BASTA PARLARE DI “COMPATIBILITÀ”: a Taranto si uccide il lavoro, si ammazzano i lavoratori e le popolazioni, l’unica strada è :
-richiedere il conto di tanta devastazione agli assassini di ieri e oggi,
-assicurare un piano straordinario per l’occupazione dei lavoratori che vanno liberati da una produzione delinquenziale e  omicida,
-restituire il territorio ai cittadini, sottoponendolo alla bonifica e al rilancio delle risorse naturali.
Ecco perché intendo dare risalto e indicare quale lotta di riferimento nazionale quella di Peacelink e di altri comitati di lotta per la chiusura dell’ILVA a Taranto, battaglia che si colloca in quella esigenza di superare la frammentazione delle lotte e dei gruppi e comitati, associazioni, che devono impegnarsi per fare fronte unito per la tutela della vita, della salute, dell’ambiente, la liberazione dei territori scippati, sottratti alle nuove generazioni.
Peacelink è intervenuta al VI congresso nazionale di Medicina Democratica con un intervento del suo presidente, Alessandro Marescotti. L’intervento è stato letto da Pietro Mottolese della stessa associazione, un ex-operaio che ha lavorato proprio nell’impianto di agglomerazione dell’Ilva. E’ l’impianto che sforna quell’enorme quantità di diossina di cui si parla in questi giorni. Piero è stato in questi mesi l’operaio-guida ed è stato lui a trovare il formaggio contaminato da diossina. Da lì è nato il “caso diossina”. Così come gli operai Bortolozzo, Lovecchio e Caretto sono stati per Medicina Democratica una guida, allo stesso modo Piero lo è stato per PeaceLink: un riferimento all’interno del mondo operaio.
“Questo è un momento decisivo per la salute pubblica – ha scritto Marescotti -. La lotta che conduciamo a Taranto è una lotta non locale ma è una lotta generale. L’ARPA ha accertato livelli di inquinamento di IPA e benzoapirene, specie al quartiere Tamburi, che non hanno raffronti in Europa. I picchi di emissione avvengono di notte, mentre i cittadini dormono e non vedono. A Taranto viene riversata inoltre una quantità di diossina, proveniente dall’ILVA, pari al 92% del totale nazionale certificato dal registro ufficiale INES che censisce le emissioni industriali. ………La combinazione fra emissioni industriali e normali patologie fa sì che l’inquinamento sia un moltiplicatore delle malattie. ….E’ venuto il momento di esercitare tutto il nostro potere di cittadini, di dare forza e visibilità al nostro senso etico oltre che ai nostri diritti. E’ il momento di esercitare la nostra responsabilità verso gli altri, verso i bambini in particolare e verso chi dovrà ancora nascere. E’ in gioco il diritto alla salute, all’ambiente e alla vita stessa.
Nei momenti più difficili Medicina Democratica si è sempre distinta. Ecco perché questo PeaceLink vuole accompagnare Medicina Democratica nella sua lotta”.
NON DIMENTICARE!!
M.D. non intende pertanto dimenticare le migliaia di morti sul lavoro sia per infortuni che per malattie professionali. L’INAIL nella fattispecie ne riconosce solo una parte, specie per le malattie professionali, non superiori al 20%, accumula costantemente grandi patrimoni che non mette a disposizione dei lavoratori. Per questo chiediamo che l’Inail separi le proprie funzioni di assicurazione (che restano in sua mano) da quelle di riconoscimento degli infortuni e malattie professionali che devono passare alle ASL.
Deve cambiare tutto il sistema del lavoro e delle produzioni. Devono essere reintrodotti quegli elementi di rigidità occupazionale e salariale che impediscano il perpetuarsi di condizioni di salute discriminanti e disgreganti: basta con la precarieta’ del lavoro.
DALLE FABBRICHE AL TERRITORIO, PER LA  TUTELA DEI BENI COMUNI, PER LA PACE
La nocivitaà passa  invero dalle fabbriche al territorio e in più si aggiungono nuove costruzioni elefantiache
portatrici di ulteriore inquinamento e imbarbarimento della società , come ad esempio gli inceneritori.
Da anni M.D. si batte contro gli inceneritori , contro i rigassificatori , contro le centrali a turbogas, che stanno imperversando anche in Puglia (vedi S.Severo, Modugno..), ovvero in una Regione che ha peraltro una produzione energetica di oltre il 90% in più rispetto al fabbisogno, ribadiamo che si deve investire sul risparmio energetico, le fonti rinnovabili, sempre come proprietà pubblica, senza svendere territori a privati, con un No netto al nucleare .Si  ribadisce ancora il principio che nulla va sprecato e che tutto va riciclato, lottando contro le politiche delle discariche, peraltro imposte in modo militare.
Medicina democratica è per un sistema di salute pubblica che richiede la pubblicizzazione o ripubblicizzazione di elementi fondamentali come l’acqua, un bene che non può essere merce come non possono diventare merci l’aria e la vita umana.
Oggi il razzismo e la xenofobia imperante stanno portando ad una condizione umana sempre più
offesa e priva di dignità, ciò non è più accettabile.
M.D. INFINE SI ASSOCIA ALLE LOTTE DEGLI STUDENTI, DEGLI INSEGNANTI E DELLA POPOLAZIONE TUTTA CONTRO L’INCEDERE DI UNA NON RIFORMA SCOLASTICA CHE STA DISTRUGGENDO ANCORA UNA VOLTA LA SCUOLA PUBBLICA.
Ecco perché occorre investire nella CASA DELLA SALUTE in ogni territorio!!
La Casa della Salute, come voluta da Maccacaro, dimensionata su popolazione di 3.000-5.000 abitanti, compatibile coi processi partecipativi e di governo democratico, non, come in nel Piano regionale Salute della Puglia, per numeri di oltre 50.000 abitanti, deve essere priorità per ricomporre, quale obiettivo condiviso, la frammentazione dei movimenti.
La Casa della Salute non è meramente interna al Servizio sanitario, bensì nell’ottica del SNS, è condizione per la Comunità locale per decidere e governare i processi di liberazione da condizioni di sfruttamento, per obiettivi di salute contestualizzati.
Essa va affermata e costituita, partendo anche da forme autogestite, imponendosi nei territori quale elemento costituzionalmente irrinunciabile per un popolo che vuole essere sovrano e Padrone di Casa.
La FACOLTÀ DI MEDICINA CAPOVOLTA
Così come, anche incrociando le lotte studentesche va affermato “La Facoltà di Medicina Capovolta”, come voluta da Maccacaro, con la previsione nei primi due anni di studio, della pratica del Servizio Medico sociale nei contesti in cui si generano le malattie, in grado di formare le future generazioni medici, con il confronto col sapere e la soggettività riveniente dalle fabbriche e dal territorio, costruendo alleanza e percorsi di liberazione, lo studio già nei primi due anni della sociologia, della psicologia, della economia politica, della biostatistica, della ecologia umana, della evoluzione, della informatica, della fisiopatologia e complementi, sono una risposta teorica-pratica alla domanda di salute collettiva e individuale.
Stessa questione si pone per le altre facoltà, coinvolte nel  “ciclo produttivo della Salute”, nessuna esclusa.
LOTTARE PER IL SUD DEL MONDO
La speculazione economica investe tutto il continente, in particolar modo colpendo i servizi sanitari pubblici esistenti. La mobilitazione deve prevedere iniziative a  livello sovrannazionale che colleghino movimenti affini.
La battaglia per il SNS contro l’Aziendalizzazione, deve essere altresì battaglia internazionale, visti i riferimenti ai drammatici condizionamenti rivenienti dai rapporti Nord/Sud, dalla questione energetica, dalla questione Acqua, rifiuti, guerre connesse, imponendosi in Occidente la decrescita altro che aumento della produttività, ancora sulla pelle del Sud del mondo e di pregiudizio della sopravvivenza del Pianeta!

venerdì, 24 ottobre 2008

UN ALTRO MONDO

Ho sempre immaginato il ruolo di un sindacato rivoluzionario , come quello
di uno strumento che sia utile ai gruppi o ai singoli nel loro lavoro quotidiano, che è prima di semplice resistenza all’ invasione del capitale, per  poi divenire attacco nei suoi confronti con lo scopo di riplasmare la
società..

Per riprendere una delle tesi di Bookchin, verso il quale sembra che ora l’
U.S.I. dimostri un certo interesse visto che lo ha proposto alla discussione
nell’ ultima festa nazionale a Riotorto, a me sembra ci sia bisogno di
cominciare a rivoluzionare proprio i comportamenti quotidiani mettendo in pratica quell’ azione diretta prima individuale e poi di gruppo, non solo come tattica di lotta antidelega, ma soprattutto come strumento che ricrei una coscienza e che forgi il carattere personale.
Darci una progettualità che miri all’ autonomia e che sappia costruire
quelli che in un primo momento saranno dei semplici embrioni di società, già impregnati però da un’ etica libertaria e antiautoritaria, che siano
autogestionari non solo nel metodo assembleare del prendere decisioni, ma anche nel mirare ad una propria indipendenza dal mercato capitalista, e che in un secondo momento, anche attraverso il lavoro di collegamento svolto dal sindacato, diventino le “teste di ponte” per l’ attacco e il rovesciamento dei rapporti di forza.
Tornando all’ attuale, e per meglio capire come poter fare un così grande
lavoro”, io penso a tutti quei casi in cui i singoli si vanno a scontrare con
il potere costituito.
Sappiamo che l’ Italia ha un apparato legislativo particolarmente gravoso
(parliamo di circa centomila tra leggi, leggine, normative ecc.) molte delle
quali partorite da schietti interessi di piccoli o grandi capitalisti, che poi
pressando sui politici, vedono sancito il loro privilegio. In questi casi (
esasperati con la ratifica ad inizio 2008,dei nuovi poteri ai sindaci, che
danno la stura alla proliferazione del delirio di potere), l’ organizzazione
sindacale potrebbe mettere a disposizione la sua rete organizzativa per creare collegamenti, fornire le competenze e l’ assistenza legale per avviare
battaglie che mettano in discussione la legittimità del caso.
>Potrebbe insomma da una parte , proponendosi come una associazione di
consumatori, aumentare la sua presenza e credibilità nel sociale, e dall’ altro svolgere un coerente lavoro di difesa degli interessi popolari.
C’è poi il solito lavoro che noi come Arti & Mestieri stiamo cercando di
fare da almeno otto anni: CASE DEI POPOLI rivolte ai migranti in arrivo; SPACCI POPOLARI AUTOGESTITI collettori di prodotti e di saperi, punti di incontro tra produttori e consumatori; GRUPPI DI MUTUO APPOGGIO per darci indipendenza nei lavori pratici per la costruzione di nuove situazioni; SCUOLE ANTIAUTORITARIE per sottrarre i nostri figli al rincoglionimento statale; CASE DI RIPOSO PER ANZIANI che è assurdo che dopo una vita impegnata nella lotta contro stato e chiesa . si debba finire spesso proprio in strutture gestite da questi figuri.
Un’ altro importante settore di lavoro per il sindacato può essere ( come
già ho detto a Riotorto durante il mio intervento per la presentazione del
progetto di Campanara) quello che riguarda tutti quegli spazi di proprietà
collettiva: Usi Civici e Demani Pubblici.
Parliamo, solo per ciò che riguarda gli Usi Civici, di circa cinque milioni
di ettari di terre ed edifici compresi, che darebbero la possibilità ad un gran
numero di persone di mettere in pratica esperimenti di vita autogestionaria, e nello stesso tempo porre un freno allo straripare della mentalità privatistica!
Anche qui sarebbe utile il sindacato che con la sua organizzazione veicolerebbe l’ informazione, con i suoi avvocati farebbe in modo di scavalcare gli intralci burocratici frapposti affinchè questo patrimonio sia sperperato ( cosa che già sta succedendo in Toscana dal 1996 anno in cui al consiglio regionale hanno varato la prima legge per l’ alienazione dei beni demaniali).  E con la discussione in incontri mirati sull’argomento, faccia si che. sia per chi di origine italiana sia stanco della compromissione col Capitale,  sia per tutti quegli stranieri che arrivano per sfuggire dalla miseria sia materiale che religiosa dei loro paesi, possa divenire non solo una opportunità di vita ma  anche una proposta rivoluzionaria per invertire la tendenza  della proprietà privata e dell’ egoismo capitalista!
In definitiva bisogna che il sindacato diventi un’ organizzazione
consapevole del ruolo di trasformazione sociale che dovrebbe avere, e che i
militanti che ne fanno parte abbiano la determinazione di voler svolgere questo importantissimo ruolo, tanto più in un momento come questo in cui l’ illusione neo liberista sta mostrandosi in tutta la sua fragilità e incoscienza!

Maurizio Zapparoli

lunedì, 20 ottobre 2008

Una scultura per Pinelli

pinelli_newsletter.jpg

È alla memoria attiva, la memoria come somma delle esperienze che hanno segnato l’immaginario collettivo, che ci riferiamo quando diciamo che Giuseppe Pinelli e piazza Fontana sono e devono restare nella memoria di un’epoca e di un paese.

È a questo tipo di memoria che pensiamo quando promuoviamo iniziative come quella di installare in un luogo pubblico una scultura per ricordare Pinelli. Non intendiamo con questo commemorare l’amico e neppure “beatificare un martire”. Siamo però convinti che vi sono episodi e figure che assumono un’importanza particolare nella memoria collettiva e il cui ricordo contribuisce alla coscienza delle persone libere.

Si dice che alcune morti pesano come montagne. La morte di Pinelli ha pesato molto perché si è trovata a essere simbolicamente centrale a tutta la macchinazione connessa alla vicenda di piazza Fontana e a un lungo periodo di stragi di cui gli apparati statali sono risultati complici o conniventi, un periodo importante della storia italiana ancor oggi coperto da misteri e depistaggi.
Ma il 12 e il 15 dicembre 1969 non sono già impressi nella memoria collettiva? Che senso ha continuare a parlarne? Che il farlo abbia un senso, che si debba rafforzare il ricordo vero di quei fatti tanto lontani (e tanto vicini perché mai conclusi), ce lo dice l’intensità con cui l’intero mondo politico e i mass media (questa grande macchina di costruzione e ricostruzione del consenso) stanno lavorando per modificare il significato di quel ricordo, per capovolgerne addirittura la valenza. Ecco perché dobbiamo, anche simbolicamente, difendere la memoria di quel dicembre, oggi sfacciatamente manipolata per i più banali scopi elettorali da una politica tutta volta al recupero del consenso istituzionale e votata all’amnesia storica.

Domenica 26 ottobre 2008 alla Casa della Cultura di Milano (via Borgogna 3), alle ore 17, si terrà un incontro per lanciare l’idea di una collocazione pubblica dell’opera in legno e ferro intitolata Monumento a Pinelli, realizzata da Elis Fraccaro e attualmente installata nella sede anarchica milanese di viale Monza 255.
Alla serata, cui partecipano Goffredo Fofi, Piero Scaramucci, Mimmo Franzinelli e Aldo Giannuli, coordinati da Luciano Lanza, sarà anche presentato il filmato inedito Il “malore attivo” dell’anarchico Pinelli, recentemente prodotto dagli studenti delle Scuole Civiche di Cinema di Milano.

Promuovono all’iniziativa: A rivista anarchica, Centro studi libertari/Archivio Pinelli, Circolo dei malfattori, Federazione anarchica milanese, Libertaria, Unione sindacale italiana

Centro Studi Libertari
via Rovetta 27, 20127 Milano
tel. 02 28 46 923 – fax 02 28 04 03 40
e-mail:  centrostudi@centrostudilibertari.it
http://www.centrostudilibertari.it

giovedì, 16 ottobre 2008

Iniziative Genova 2008

18-10
ore 16 Critical Mass, piazza De Ferrari
ore 21 Meglio un passato di verdure che un futuro di merda, proiezione video di Earthlings, c/o Il Grimaldello via della Maddalena 81r
24-10
ore 21 Cuba memoria sindacale, videoproiezione Cuba Libertaria, presentazione libro.
c/o centro documentazione M. Guatelli via Bologna 28r
31-10
ore 21 serata anticlericale, videoproiezione.
c/o centro documentazione M. Guatelli via Bologna 28r

martedì, 14 ottobre 2008

VITTORIA? AL NOVANTESIMO

8.651.000 MILITARI CADUTI
6.640.000 VITTIME CIVILI
22.380.000 FERITI
MUTILAZIONI FISICHE , FOLLIA
MISERIA NERA , ESALTAZIONE DELLA VIOLENZA …
IL VASO DI PANDORA CHE VOMITO’
IL TOTALITARISMO DEL ‘900
Il 22 ottobre 2008 alle ore 20:45 presso la biblioteca civica di Vittorio Veneto in piazza Giovanni Paolo I° , si ripropone il classico tratto dal celebre libro omonimo di Erich Maria Remarque :
“Niente di nuovo sul  fronte occidentale”
( 108 minuti a colori 1979 – regia di Delbert Mann)

Un film contro la guerra e il militarismo , fuori dal coro di accorata retorica celebrativa che aleggia sulla “grande” guerra , per illustrarci la verità della più “grande “ menzogna nella nostra società

mercoledì, 01 ottobre 2008

Allevatori e ambientalisti si alleano a Taranto

Sono previsti ben 1200 abbattimenti di pecore e capre avvelenate dalla diossina. Dove? A Taranto. La notizia è passata sotto silenzio. Ma l’evento è di portata internazionale. E’ uno dei più gravi casi di intossicazione alimentare.

Ieri ambientalisti e allevatori si sono incontrati e hanno fatto un patto: lottare assieme.
Comitato per Taranto, PeaceLink e AIL hanno garantito il supporto agli allevatori, vittime dell’inquinamento. Sono sul lastrico per colpe non loro.

Gli allevatori hanno messo su Yuotube i loro video… cliccateli
http://tinyurl.com/4mae8v

Sulla destra appariranno altri link ad altri filmati sulla diossina a Taranto e, seguendo i link, anche al documentario Biutiful Cauntri.

Nel frattempo si segnala l’enorme successo della raccolta di firme dell’AIL di Taranto contro l’inquinamento da diossina.

Se non lo avete ancora fatto FIRMATE QUI:
http://www.ail.taranto.it