venerdì, 24 ottobre 2008

Congresso di Medicina democratica

Il Presidente Nazionale:
dr. d’Angelo Fernando Antonio (Tonino)
Tel. 329 2921273;   e mail: toninodangelo@libero.it

COMUNICATO STAMPA di
MEDICINA DEMOCRATICA-MOVIMENTO DI LOTTA PER LA SALUTE
DAL CONGRESSO NAZIONALE
TENUTOSI A BRINDISI DAL 17 AL 19 OTTOBRE 2008
un forte richiamo alla mobilitazione
a sostegno delle lotte democratiche per la tutela della Salute
A Taranto sono morte per inquinamento più persone che con le Torri Gemelle… la strage continua.
Taranto è un’emergenza nazionale e, in questo momento,
diciamo: “SIAMO TUTTI TARANTINI”
in ricordo perenne di Giulio A. Maccacaro, Luigi Caretto, Nicola Lovecchio, Gabriele Bortolozzo, Roberto Negri, Augusto Puccetti, Lorenzo Tomatis, Vladimiro Scatturin, Ettore Ribaldi
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Il Congresso ha visto impegnati oltre cento partecipanti, rivenienti da molte Regioni,  anche in gruppi di lavoro, che hanno discusso di “ salute nei luoghi di lavoro ,  salute-ambiente-energia-rifiuti , salute-disabilità ed emarginazione ,  salute e  immigrazione,  salute delle donne,  salute e servizio sanitario nazionale,  salute mentale,  salute- pubblicizzazione e qualità dell’acqua”.
La salute nei luoghi di lavoro è stato il tema più dibattuto e al centro di grande interesse degli oltre 100 congressisti che hanno seguito e partecipato ai lavori. La Thyssenkrupp, come l’ILVA di Taranto, come il petrolchimico di Brindisi, l’Enichem di Manfredonia e altre produzioni di morte in Italia, sono stati  più volte ricordate per i morti sul lavoro ,  crimini che devono cessare.PER QUESTO M.D.  SI È COSTITUITA NEL  PROCESSO
CONTRO LA THYSSENKRUPP COME PARTE CIVILE,
COSÌ COME INTENDE SOSTENERE LA LOTTA PER LA CHIUSURA DELL’ILVA DI TARANTO
E DI ALTRE PRODUZIONI DI MORTE.Emerge, a distanza di più di 30 anni, con più forza,  la convinzione che G.A. Macaccaro, primo Presidente e tra i fondatori di Medicina Democratica, esprimeva con chiarezza a proposito di cosa deve essere la Medicina, che non appartiene agli “addetti ai lavori”, bensì deve essere dentro le lotte di liberazione, facendo incontrare il sapere degli  “esperti sulla propria pelle” (lavoratori, cittadini attivi nei luoghi di vita e di relazione) e i “tecnici democratici”, democratici proprio perché capaci di confrontarsi, di costruire un sapere condiviso, non autoreferenziale.

Maccacaro diceva nel 1976  e Medicina Democratica ancora oggi con più convinzione afferma che
“la Medicina deve essere:
• preventiva nel senso più genuino e intrepido non esaurendosi nella diagnosi precoce di malattie già accettate nel memento in cui sono accertate: promuovendo, invece, e difendendo la salute umana da tutte
le offese dell’ambiente di lavoro e di vita fino a piegare queste a quella e non viceversa:
• sociale nel senso che sappia rivolgere e portare il suo intervento nella comunità reale in cui l’uomo vive, opera e realizza se stesso, senza strappare o  ignorare , come da sempre, queste sue radici ma riconoscendovi, anzi, la testimonianza dell’assoluta inseparabilità della salute collettiva da quella individuale:
• collettiva nel senso che, superando qualsiasi forma presente o imminente del sistema mutualistico burocratico, parassitario e inefficace, dichiari e realizzi l’assunzione integrale da parte della collettività partecipante del diritto di porsi come soggetto non solo di salute ma anche di Sanità:
• umana nella misura in cui – recuperato il colloquio perduto tra una medicina sempre più oggettivante ed una sofferenza più soggettivata, ricomposti i frammenti di un atto medico denaturato dalla mercificazione e dalla oblazione al potere – restituisca al malato e al medico la loro integrità che li faccia essere  finalmente della stessa parte: quella dell’uomo contro il potere, quella del lavoro contro il capitate.

IN TAL SENSO INTENDIAMO AFFERMARE CHE :
“LA SALUTE NON È MERCE,
È PERTANTO INCOMPATIBILE CON L’ATTUALE AZIENDALIZZAZIONE DELLE USL”.
-l’attuale Servizio sanitario nazionale è incompatibile con la Salute.
-il sistema dei DRG va abolito, in quanto tutto impostato sulla medicina curativa-speculativa,tagliando e facendo a pezzi i percorsi assistenziali, tra ospedale e territorio, generando ad esempio  ulteriore abbandono delle persone inserite in percorsi psichiatrici di fatto coatti, che, come con la delibera 1170 del luglio 2008 in Puglia, vengono marginalizzate ed escluse da interventi di inclusione sociale, di emancipazione,  e liberazione .

L’attuale servizio sanitario è “al maschile” , in quanto pesa soprattutto sulle donne, sorelle, mogli, figlie, madre, costrette a farsi carico di una quota assistenziale sempre più pesante, in specie al SUD, in assenza di welfare e di lavoro!, vedi per il carico di assistenza per le presenza di persone con disabilità, non autosufficienti…
E’ un servizio che “cura” i sani e li ammala e abbandona i malati e li fa crepare!
E’ un servizio che fa aumentare le diseguaglianze e accresce la forbice tra ricchi e poveri!
Il Servizio Sanitario Nazionale che vogliamo e per cui lottiamo,  deve essere Servizio Nazionale per la Salute(SNS), non si deve identificare con la Sanità, quale mera organizzazione di servizi e presidi, autoreferenzialmente centrata sugli addetti ai lavori, piegata agli interessi speculativi dell’apparato medico-industriale, che attraversa la Sanità privata, come anche parte di quella pubblica.
Il SNS deve assicurare un livello di Coordinamento tra le politiche, tutte afferenti agli obiettivi di Salute, ovvero politiche di pace, internazionaliste, in grado di restituire al Sud del mondo autodeterminazione e quanto saccheggiato ad oggi, politiche urbanistiche, del lavoro, della tutela ambientale, dei trasporti,  dell’istruzione, giovanili, delle persone migranti.
Infatti non sono affatto indifferenti le condizioni sociali, economiche, ambientali, di pace e guerra, sul SNS!
Prevenzione primaria, prevenzione vera, non meramente “sanitarizzata” e la partecipazione, sono mezzo e fine per la Salute: Sono indicatori irrinunciabili, oggi assenti nei processi di Aziendalizzazione.
Strategicamente, individuando obiettivi di lotta condivisi, è necessario investire nella costruzione di relazioni, partendo dai luoghi in cui si è presenti, con i comitati studenteschi universitari, partendo dai collettivi di Medicina, indi di sociologia, informatica, psicologia etc., coi comitati di lotta nei luoghi di lavoro, nei territori, veri e propri naturali operatori della vera prevenzione.
Non possiamo incontrare i cittadini e i lavoratori, solo o soprattutto quando sono morti o malati, anche se nostro malgrado!!
DOBBIAMO ESSERE GLI “ANGELI DELLA PREVENZIONE”, non solo quelli del giudizio finale, risarcitorio post mortem!!
CHIUDERE L’ILVA DI TARANTO È UN IMPERATIVO PER LA NAZIONE!
Essere per la prevenzione non a chiacchiere, essere per la Salute, spiega  perché nel Congresso ho affermato che “Chiudere l’ILVA di Taranto è un imperativo per la Nazione, un impegno di tutto il Movimento a sostegno di Peacelink e di altri comitati di lotta impegnati da anni contro le produzioni di morte, per smetterla immediatamente di essere complici e conniventi in questa strage, che sta seminando morti e malati, saccheggiando il territorio”
BASTA PARLARE DI “COMPATIBILITÀ”: a Taranto si uccide il lavoro, si ammazzano i lavoratori e le popolazioni, l’unica strada è :
-richiedere il conto di tanta devastazione agli assassini di ieri e oggi,
-assicurare un piano straordinario per l’occupazione dei lavoratori che vanno liberati da una produzione delinquenziale e  omicida,
-restituire il territorio ai cittadini, sottoponendolo alla bonifica e al rilancio delle risorse naturali.
Ecco perché intendo dare risalto e indicare quale lotta di riferimento nazionale quella di Peacelink e di altri comitati di lotta per la chiusura dell’ILVA a Taranto, battaglia che si colloca in quella esigenza di superare la frammentazione delle lotte e dei gruppi e comitati, associazioni, che devono impegnarsi per fare fronte unito per la tutela della vita, della salute, dell’ambiente, la liberazione dei territori scippati, sottratti alle nuove generazioni.
Peacelink è intervenuta al VI congresso nazionale di Medicina Democratica con un intervento del suo presidente, Alessandro Marescotti. L’intervento è stato letto da Pietro Mottolese della stessa associazione, un ex-operaio che ha lavorato proprio nell’impianto di agglomerazione dell’Ilva. E’ l’impianto che sforna quell’enorme quantità di diossina di cui si parla in questi giorni. Piero è stato in questi mesi l’operaio-guida ed è stato lui a trovare il formaggio contaminato da diossina. Da lì è nato il “caso diossina”. Così come gli operai Bortolozzo, Lovecchio e Caretto sono stati per Medicina Democratica una guida, allo stesso modo Piero lo è stato per PeaceLink: un riferimento all’interno del mondo operaio.
“Questo è un momento decisivo per la salute pubblica – ha scritto Marescotti -. La lotta che conduciamo a Taranto è una lotta non locale ma è una lotta generale. L’ARPA ha accertato livelli di inquinamento di IPA e benzoapirene, specie al quartiere Tamburi, che non hanno raffronti in Europa. I picchi di emissione avvengono di notte, mentre i cittadini dormono e non vedono. A Taranto viene riversata inoltre una quantità di diossina, proveniente dall’ILVA, pari al 92% del totale nazionale certificato dal registro ufficiale INES che censisce le emissioni industriali. ………La combinazione fra emissioni industriali e normali patologie fa sì che l’inquinamento sia un moltiplicatore delle malattie. ….E’ venuto il momento di esercitare tutto il nostro potere di cittadini, di dare forza e visibilità al nostro senso etico oltre che ai nostri diritti. E’ il momento di esercitare la nostra responsabilità verso gli altri, verso i bambini in particolare e verso chi dovrà ancora nascere. E’ in gioco il diritto alla salute, all’ambiente e alla vita stessa.
Nei momenti più difficili Medicina Democratica si è sempre distinta. Ecco perché questo PeaceLink vuole accompagnare Medicina Democratica nella sua lotta”.
NON DIMENTICARE!!
M.D. non intende pertanto dimenticare le migliaia di morti sul lavoro sia per infortuni che per malattie professionali. L’INAIL nella fattispecie ne riconosce solo una parte, specie per le malattie professionali, non superiori al 20%, accumula costantemente grandi patrimoni che non mette a disposizione dei lavoratori. Per questo chiediamo che l’Inail separi le proprie funzioni di assicurazione (che restano in sua mano) da quelle di riconoscimento degli infortuni e malattie professionali che devono passare alle ASL.
Deve cambiare tutto il sistema del lavoro e delle produzioni. Devono essere reintrodotti quegli elementi di rigidità occupazionale e salariale che impediscano il perpetuarsi di condizioni di salute discriminanti e disgreganti: basta con la precarieta’ del lavoro.
DALLE FABBRICHE AL TERRITORIO, PER LA  TUTELA DEI BENI COMUNI, PER LA PACE
La nocivitaà passa  invero dalle fabbriche al territorio e in più si aggiungono nuove costruzioni elefantiache
portatrici di ulteriore inquinamento e imbarbarimento della società , come ad esempio gli inceneritori.
Da anni M.D. si batte contro gli inceneritori , contro i rigassificatori , contro le centrali a turbogas, che stanno imperversando anche in Puglia (vedi S.Severo, Modugno..), ovvero in una Regione che ha peraltro una produzione energetica di oltre il 90% in più rispetto al fabbisogno, ribadiamo che si deve investire sul risparmio energetico, le fonti rinnovabili, sempre come proprietà pubblica, senza svendere territori a privati, con un No netto al nucleare .Si  ribadisce ancora il principio che nulla va sprecato e che tutto va riciclato, lottando contro le politiche delle discariche, peraltro imposte in modo militare.
Medicina democratica è per un sistema di salute pubblica che richiede la pubblicizzazione o ripubblicizzazione di elementi fondamentali come l’acqua, un bene che non può essere merce come non possono diventare merci l’aria e la vita umana.
Oggi il razzismo e la xenofobia imperante stanno portando ad una condizione umana sempre più
offesa e priva di dignità, ciò non è più accettabile.
M.D. INFINE SI ASSOCIA ALLE LOTTE DEGLI STUDENTI, DEGLI INSEGNANTI E DELLA POPOLAZIONE TUTTA CONTRO L’INCEDERE DI UNA NON RIFORMA SCOLASTICA CHE STA DISTRUGGENDO ANCORA UNA VOLTA LA SCUOLA PUBBLICA.
Ecco perché occorre investire nella CASA DELLA SALUTE in ogni territorio!!
La Casa della Salute, come voluta da Maccacaro, dimensionata su popolazione di 3.000-5.000 abitanti, compatibile coi processi partecipativi e di governo democratico, non, come in nel Piano regionale Salute della Puglia, per numeri di oltre 50.000 abitanti, deve essere priorità per ricomporre, quale obiettivo condiviso, la frammentazione dei movimenti.
La Casa della Salute non è meramente interna al Servizio sanitario, bensì nell’ottica del SNS, è condizione per la Comunità locale per decidere e governare i processi di liberazione da condizioni di sfruttamento, per obiettivi di salute contestualizzati.
Essa va affermata e costituita, partendo anche da forme autogestite, imponendosi nei territori quale elemento costituzionalmente irrinunciabile per un popolo che vuole essere sovrano e Padrone di Casa.
La FACOLTÀ DI MEDICINA CAPOVOLTA
Così come, anche incrociando le lotte studentesche va affermato “La Facoltà di Medicina Capovolta”, come voluta da Maccacaro, con la previsione nei primi due anni di studio, della pratica del Servizio Medico sociale nei contesti in cui si generano le malattie, in grado di formare le future generazioni medici, con il confronto col sapere e la soggettività riveniente dalle fabbriche e dal territorio, costruendo alleanza e percorsi di liberazione, lo studio già nei primi due anni della sociologia, della psicologia, della economia politica, della biostatistica, della ecologia umana, della evoluzione, della informatica, della fisiopatologia e complementi, sono una risposta teorica-pratica alla domanda di salute collettiva e individuale.
Stessa questione si pone per le altre facoltà, coinvolte nel  “ciclo produttivo della Salute”, nessuna esclusa.
LOTTARE PER IL SUD DEL MONDO
La speculazione economica investe tutto il continente, in particolar modo colpendo i servizi sanitari pubblici esistenti. La mobilitazione deve prevedere iniziative a  livello sovrannazionale che colleghino movimenti affini.
La battaglia per il SNS contro l’Aziendalizzazione, deve essere altresì battaglia internazionale, visti i riferimenti ai drammatici condizionamenti rivenienti dai rapporti Nord/Sud, dalla questione energetica, dalla questione Acqua, rifiuti, guerre connesse, imponendosi in Occidente la decrescita altro che aumento della produttività, ancora sulla pelle del Sud del mondo e di pregiudizio della sopravvivenza del Pianeta!

venerdì, 24 ottobre 2008

UN ALTRO MONDO

Ho sempre immaginato il ruolo di un sindacato rivoluzionario , come quello
di uno strumento che sia utile ai gruppi o ai singoli nel loro lavoro quotidiano, che è prima di semplice resistenza all’ invasione del capitale, per  poi divenire attacco nei suoi confronti con lo scopo di riplasmare la
società..

Per riprendere una delle tesi di Bookchin, verso il quale sembra che ora l’
U.S.I. dimostri un certo interesse visto che lo ha proposto alla discussione
nell’ ultima festa nazionale a Riotorto, a me sembra ci sia bisogno di
cominciare a rivoluzionare proprio i comportamenti quotidiani mettendo in pratica quell’ azione diretta prima individuale e poi di gruppo, non solo come tattica di lotta antidelega, ma soprattutto come strumento che ricrei una coscienza e che forgi il carattere personale.
Darci una progettualità che miri all’ autonomia e che sappia costruire
quelli che in un primo momento saranno dei semplici embrioni di società, già impregnati però da un’ etica libertaria e antiautoritaria, che siano
autogestionari non solo nel metodo assembleare del prendere decisioni, ma anche nel mirare ad una propria indipendenza dal mercato capitalista, e che in un secondo momento, anche attraverso il lavoro di collegamento svolto dal sindacato, diventino le “teste di ponte” per l’ attacco e il rovesciamento dei rapporti di forza.
Tornando all’ attuale, e per meglio capire come poter fare un così grande
lavoro”, io penso a tutti quei casi in cui i singoli si vanno a scontrare con
il potere costituito.
Sappiamo che l’ Italia ha un apparato legislativo particolarmente gravoso
(parliamo di circa centomila tra leggi, leggine, normative ecc.) molte delle
quali partorite da schietti interessi di piccoli o grandi capitalisti, che poi
pressando sui politici, vedono sancito il loro privilegio. In questi casi (
esasperati con la ratifica ad inizio 2008,dei nuovi poteri ai sindaci, che
danno la stura alla proliferazione del delirio di potere), l’ organizzazione
sindacale potrebbe mettere a disposizione la sua rete organizzativa per creare collegamenti, fornire le competenze e l’ assistenza legale per avviare
battaglie che mettano in discussione la legittimità del caso.
>Potrebbe insomma da una parte , proponendosi come una associazione di
consumatori, aumentare la sua presenza e credibilità nel sociale, e dall’ altro svolgere un coerente lavoro di difesa degli interessi popolari.
C’è poi il solito lavoro che noi come Arti & Mestieri stiamo cercando di
fare da almeno otto anni: CASE DEI POPOLI rivolte ai migranti in arrivo; SPACCI POPOLARI AUTOGESTITI collettori di prodotti e di saperi, punti di incontro tra produttori e consumatori; GRUPPI DI MUTUO APPOGGIO per darci indipendenza nei lavori pratici per la costruzione di nuove situazioni; SCUOLE ANTIAUTORITARIE per sottrarre i nostri figli al rincoglionimento statale; CASE DI RIPOSO PER ANZIANI che è assurdo che dopo una vita impegnata nella lotta contro stato e chiesa . si debba finire spesso proprio in strutture gestite da questi figuri.
Un’ altro importante settore di lavoro per il sindacato può essere ( come
già ho detto a Riotorto durante il mio intervento per la presentazione del
progetto di Campanara) quello che riguarda tutti quegli spazi di proprietà
collettiva: Usi Civici e Demani Pubblici.
Parliamo, solo per ciò che riguarda gli Usi Civici, di circa cinque milioni
di ettari di terre ed edifici compresi, che darebbero la possibilità ad un gran
numero di persone di mettere in pratica esperimenti di vita autogestionaria, e nello stesso tempo porre un freno allo straripare della mentalità privatistica!
Anche qui sarebbe utile il sindacato che con la sua organizzazione veicolerebbe l’ informazione, con i suoi avvocati farebbe in modo di scavalcare gli intralci burocratici frapposti affinchè questo patrimonio sia sperperato ( cosa che già sta succedendo in Toscana dal 1996 anno in cui al consiglio regionale hanno varato la prima legge per l’ alienazione dei beni demaniali).  E con la discussione in incontri mirati sull’argomento, faccia si che. sia per chi di origine italiana sia stanco della compromissione col Capitale,  sia per tutti quegli stranieri che arrivano per sfuggire dalla miseria sia materiale che religiosa dei loro paesi, possa divenire non solo una opportunità di vita ma  anche una proposta rivoluzionaria per invertire la tendenza  della proprietà privata e dell’ egoismo capitalista!
In definitiva bisogna che il sindacato diventi un’ organizzazione
consapevole del ruolo di trasformazione sociale che dovrebbe avere, e che i
militanti che ne fanno parte abbiano la determinazione di voler svolgere questo importantissimo ruolo, tanto più in un momento come questo in cui l’ illusione neo liberista sta mostrandosi in tutta la sua fragilità e incoscienza!

Maurizio Zapparoli

lunedì, 20 ottobre 2008

Una scultura per Pinelli

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È alla memoria attiva, la memoria come somma delle esperienze che hanno segnato l’immaginario collettivo, che ci riferiamo quando diciamo che Giuseppe Pinelli e piazza Fontana sono e devono restare nella memoria di un’epoca e di un paese.

È a questo tipo di memoria che pensiamo quando promuoviamo iniziative come quella di installare in un luogo pubblico una scultura per ricordare Pinelli. Non intendiamo con questo commemorare l’amico e neppure “beatificare un martire”. Siamo però convinti che vi sono episodi e figure che assumono un’importanza particolare nella memoria collettiva e il cui ricordo contribuisce alla coscienza delle persone libere.

Si dice che alcune morti pesano come montagne. La morte di Pinelli ha pesato molto perché si è trovata a essere simbolicamente centrale a tutta la macchinazione connessa alla vicenda di piazza Fontana e a un lungo periodo di stragi di cui gli apparati statali sono risultati complici o conniventi, un periodo importante della storia italiana ancor oggi coperto da misteri e depistaggi.
Ma il 12 e il 15 dicembre 1969 non sono già impressi nella memoria collettiva? Che senso ha continuare a parlarne? Che il farlo abbia un senso, che si debba rafforzare il ricordo vero di quei fatti tanto lontani (e tanto vicini perché mai conclusi), ce lo dice l’intensità con cui l’intero mondo politico e i mass media (questa grande macchina di costruzione e ricostruzione del consenso) stanno lavorando per modificare il significato di quel ricordo, per capovolgerne addirittura la valenza. Ecco perché dobbiamo, anche simbolicamente, difendere la memoria di quel dicembre, oggi sfacciatamente manipolata per i più banali scopi elettorali da una politica tutta volta al recupero del consenso istituzionale e votata all’amnesia storica.

Domenica 26 ottobre 2008 alla Casa della Cultura di Milano (via Borgogna 3), alle ore 17, si terrà un incontro per lanciare l’idea di una collocazione pubblica dell’opera in legno e ferro intitolata Monumento a Pinelli, realizzata da Elis Fraccaro e attualmente installata nella sede anarchica milanese di viale Monza 255.
Alla serata, cui partecipano Goffredo Fofi, Piero Scaramucci, Mimmo Franzinelli e Aldo Giannuli, coordinati da Luciano Lanza, sarà anche presentato il filmato inedito Il “malore attivo” dell’anarchico Pinelli, recentemente prodotto dagli studenti delle Scuole Civiche di Cinema di Milano.

Promuovono all’iniziativa: A rivista anarchica, Centro studi libertari/Archivio Pinelli, Circolo dei malfattori, Federazione anarchica milanese, Libertaria, Unione sindacale italiana

Centro Studi Libertari
via Rovetta 27, 20127 Milano
tel. 02 28 46 923 – fax 02 28 04 03 40
e-mail:  centrostudi@centrostudilibertari.it
http://www.centrostudilibertari.it

giovedì, 16 ottobre 2008

Iniziative Genova 2008

18-10
ore 16 Critical Mass, piazza De Ferrari
ore 21 Meglio un passato di verdure che un futuro di merda, proiezione video di Earthlings, c/o Il Grimaldello via della Maddalena 81r
24-10
ore 21 Cuba memoria sindacale, videoproiezione Cuba Libertaria, presentazione libro.
c/o centro documentazione M. Guatelli via Bologna 28r
31-10
ore 21 serata anticlericale, videoproiezione.
c/o centro documentazione M. Guatelli via Bologna 28r

martedì, 14 ottobre 2008

VITTORIA? AL NOVANTESIMO

8.651.000 MILITARI CADUTI
6.640.000 VITTIME CIVILI
22.380.000 FERITI
MUTILAZIONI FISICHE , FOLLIA
MISERIA NERA , ESALTAZIONE DELLA VIOLENZA …
IL VASO DI PANDORA CHE VOMITO’
IL TOTALITARISMO DEL ‘900
Il 22 ottobre 2008 alle ore 20:45 presso la biblioteca civica di Vittorio Veneto in piazza Giovanni Paolo I° , si ripropone il classico tratto dal celebre libro omonimo di Erich Maria Remarque :
“Niente di nuovo sul  fronte occidentale”
( 108 minuti a colori 1979 – regia di Delbert Mann)

Un film contro la guerra e il militarismo , fuori dal coro di accorata retorica celebrativa che aleggia sulla “grande” guerra , per illustrarci la verità della più “grande “ menzogna nella nostra società

mercoledì, 01 ottobre 2008

Allevatori e ambientalisti si alleano a Taranto

Sono previsti ben 1200 abbattimenti di pecore e capre avvelenate dalla diossina. Dove? A Taranto. La notizia è passata sotto silenzio. Ma l’evento è di portata internazionale. E’ uno dei più gravi casi di intossicazione alimentare.

Ieri ambientalisti e allevatori si sono incontrati e hanno fatto un patto: lottare assieme.
Comitato per Taranto, PeaceLink e AIL hanno garantito il supporto agli allevatori, vittime dell’inquinamento. Sono sul lastrico per colpe non loro.

Gli allevatori hanno messo su Yuotube i loro video… cliccateli
http://tinyurl.com/4mae8v

Sulla destra appariranno altri link ad altri filmati sulla diossina a Taranto e, seguendo i link, anche al documentario Biutiful Cauntri.

Nel frattempo si segnala l’enorme successo della raccolta di firme dell’AIL di Taranto contro l’inquinamento da diossina.

Se non lo avete ancora fatto FIRMATE QUI:
http://www.ail.taranto.it

lunedì, 22 settembre 2008

Museo autogestito

museo.png

Oggetto: Costituzione di un museo autogestito.
Vercelli e il vercellese, così come in gran parte del Piemonte, sono stati i luoghi dove hanno esercitato la loro influenza i liguri che, sparsi in gruppi di villaggi insediati lungo i corsi d’acqua, hanno coabitato in stretti rapporti di alleanza con gli etruschi della cui penetrazione danno in ogni modo testimonianza, in località varie, iscrizioni e reperti.

Successivamente, con l’occupazione dei territori da parte dei galli (IV sec. avanti l’anno zero) e la cacciata degli etruschi verso l’Italia centrale, si provoca un mescolamento di razze, specie c:on i liguri. Con lo sfruttamento massiccio delle miniere d’oro del biellese e la contesa tra galli ed etruschi stanziali si crea anche un’ poderoso scambio commerciale verso il Nord delle Alpi e verso Roma. Vercelli diventa un’ importante centro di smistamento delle merci e un, avamposto di sostegno per eserciti di passaggio.

Dopo la tentata discesa verso Roma da parte dei galli e la rovinosa disfatta subita, per opera dei romani, a Telamone (225 av. l’anno zero) Roma passa al contrattacco e, salendo verso , Nord, occupa anche Milano. Su questi territori, specie nel vercellese, hanno svolto la loro infaticabile attività. di ricercatori gli archeologi e

collezionisti del XIX secolo. E’ proprio in questo periodo che il notaio e ricercatore Camillo Leone costituisce il primo museo archeologico a Vercelli nella propria casa e lascia in eredità., oltre il museo, risaie e cascine ai vercellesi. Ora il museo é gestito „Dall’Istituto di Belle Arti” con a capo di presidenza il vescovo e la commissione amministratrice é composta di fascisti legati a una loggia-massonica. L’atto é stato sciolto e le proprietà del notaio Camillo Leone, lasciate ai vercellesi, sono finite nelle mani di clerico-fascisti che gestiscono, tra l‚altro, anche la “Cassa di Risparmio di Vercelli”.

Nel XX secolo, tra la I° e la II° guerra mondiale Vercelli subisce un rinnovamento edilizio e si espande con quartieri architettonicamente squallidi e ripetitivi negli stili con chiari ed evidenti segnali speculativi. La legge del 1906-1909 varata in quegli anni a difesa dei beni culturali non serve a nulla e  tra gli operatori dell’edilizia nessuno la rispetta. La successiva legge n. 1089 del 1939, del periodo fascista, non modifica lo stato delle cose, anzi, beneficia i costruttori con cui i rappresentanti del governo fascista e ” Ministero della Pubblica Istruzione” intrecciano loschi affari e interessi. Negli scavi per la c’ostruzione di palazzi vengono rinvenuti enormi quantità di materiali archeologici che prendono le vie del commercio estero arricchendo gerarchi fascisti e rappresentanti del governo. Dall’altro lato la legge impedisce ad archeologi veri appassionati e scienziati di impegnarsi nella. ricerca escludendo i radicalmente dagli scavi per impedire testimonianze oculari pericolose. L’ archeologia e la ricerca, in Piemonte, subirono dei duri colpi che impedirono, a differenza del secolo XIX, il proliferare di archeologi privati.

Nei capoluoghi di Regione, su incarico del governo, vennero istituiti degli uffici della pubblica istruzione e successivamente le Soprintendenze che dovevano svolgere un’attività di tutela. In verità non controllarono e tutelarono nulla e continuano, come nel fascismo” a intrecciare rapporti c’on i costruttori impedendo agli archeologi di fare libera ricerca.

Dopo la liberazione Vercelli ha dei sindaci anche comunisti che ignorano totalmente la cuI tura e compiono dei veri disastri al patrimonio artistico distruggendo interi quartieri di epoca romana e medioevale per far posto a condomini moderni. La Soprintendenza non interviene in nessun caso con la motivazione di scarsità di personale e carenza di soldi. Torino é troppo distante e l’intesa con i partiti per farsi occupare negli uffici statali dev’essere ricambiata con favori del tipo: “Non vedo nulla”.

Negli anni 60, ” del boom economico”, la città urbanizza, con quartieri popolari, le aree periferiche lungo le antiche direttrici delle strade romane, trovando e distruggendo zone archeologiche.

Nel finire degli anni ’60 si costituisce, a Vercelli, il “Nucleo gestione di Base per L’Archeologia” con lo scopo preciso di controllare, autogestendosi, i cantieri edili per porre in salvataggio i reperti archeologici a rischio distruzione.

I reperti che vengono posti in salvo vengono consegnati alla Soprintendenza Archeologica di Torino che continua a ignorare l’importanza archeologica della città di Vercelli. I sindaci con la politica ricattano la Soprintendenza costringendola a far pressione sul Nostro “Nucleo di Base” trami te i Carabinieri che iniziarono a perquisirei le dimore compiendo sequestri di materiali archeologici depositati precedentemente dallo Stato. Lo Stato contro lo Stato!!?

I tentativi di zittirci falliscono e il “Nucleo di Base” continua a fare segnalazioni di ritrovamenti bloccando scavi edilizi in aree archeologiche. Compie, inoltre, numerose scoperte archeologiche rivoluzionando l‚intera  storia di Vercelli e provincia: Viene scoperto l’anfiteatro romano a Sud della città impedendone la distruzione ad opera dei sindaci palazzinari; si localizza la necropoli romana a Ovest, verso Torino; Si ricupera una famosa tazza in vetro del Io sec. del vetraio “Ennione”; Si gettano le basi per la carta archeologica; Si scopre, in centro città, una importante chiesa data per distrutta dai libri di storia; Si portano in luce due domus romane con mosaici; Si individuano affreschi e numerosi siti archeologici. A questo punto dal “Ministero” giunge la notizia che il centro di Vercelli é posto sotto vincolo.

Grazie al Nostro impegno vengono recuperati, negli scavi dello stato e Nostri, più di 20.000 reperti c’he giacciono nelle cantine della Soprintendenza di Torino. In aggiunta, una grossa sala del museo privato cittadino ” Camillo Leone” viene riempita di materiali ricuperati dal “Nucleo di base”.

Successivamente il “Nucleo di Base” costituisce il ” Centro Studi e Ricerche Storiche e Archeologiche Vercellae” che promuove una iniziativa colossale: Ha inizio su tutto il territorio vercellese, biellese e parte dell’alessandrino, torinese e novarese un censimento con catalogazione di reperti antichi di collezioni private e di coperchi, sarcofagi, colonne, capitelli re impiegati nei cortili del piccoli centri urbani e nelle cascine. A compimento del censimento segue l’acquisizione con trasferimento dei materiali nelle Nostre sedi e inscatolamento con documentazione inerente agli oggetti. La Regione Piemonte sponsorizza in parte il pagamento del carburante per compiere il censimento e la Soprintendenza interviene a lavoro ultimato compiendo la propria schedatura per la notifica. Il Comune di Vercelli si offre per ospitarci il materiale ma non stipula un contratto, mentre un Comune vicino alla città stila un atto notorio di conferimento della Nostra repertazione da depositare nel castello di proprietà comunale a compimento dei restauri. A distanza di oltre due anni non sono avvenute significative e sostanziali ristrutturazioni, tanto da farci pensare che non sia possibile vedere realizzata l’opera.

Nuovamente la Soprintendenza, come negli anni ’70, compie, con i Carabinieri, un” “blitz” sequestrandoci i materiali archeologici motivando di dover verificare la legittimità degli oggetti.

Vengono convocati in caserma le centinaia di persone che nel corso degli anni avevano ceduto o donato, alla Nostra Associazione, i reperti. Alla conferma delle firme siglate sui verbali non rimane, dopo due anni di trattenimento a Torino degli oggetti, che la restituzione. Vengono, comunque, confiscati alcuni reperti con la motivazione di appartenenza allo Stato. A Questo provvedimento ci opporremo con un esposto alla Magistratura contro la Soprintendenza.

Necessita, urgentemente, collocare la collezione archeologica in una struttura autogestita perché non vada a finire nei musei statali. Considerando che, a compimento del progetto ambizioso, il museo potrebbe ottenere finanziamenti pubblici tramite la Regione e altri organismi, provvedendo a un ritorno delle spese anticipate. Inoltre, potremmo pr0muovere una serie di iniziative all’interno della struttura per coinvolgere il pubblico e sensibilizzarlo sulle tematiche libertarie.

Sarebbe, c’on l’esposizione definitiva, un progetto realizzato al 100% in forme autogestite e l’US’I gioverebbe dei risultati ottenuti. A tutti i compagni presenti e quelli non presenti chiediamo di proporre idee o dare appoggi finanziari per consentire l’acquisto di un immobile da destinare a contenitore museale degli oltre tremila reperti archeologici ammucchiati e inscatolati. A gestione dell’iniziativa, come ha proposto il compagno Sergio Onesti” provvederebbe una Fondazione da costituirsi.

E per concludere aggiungiamo che a differenza degli organismi statali abituati a far parole noi abbiamo dimostrato di sapere costruire con i fatti.

Saluti autogestiti e libertari

Dario Gaviglio

mercoledì, 17 settembre 2008

Fiera delle autoproduzioni

Molfetta – Torna l’appuntamento con la “Fiera delle Autoproduzioni” organizzata dal centro sociale “Le Macerie” di Molfetta. La manifestazione si svolgerà domenica 28 settembre 2008 a partire dalle 10 in via dei Lavoratori nella Zona Industriale. 

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L’iniziativa ha fra gli altri, l’obiettivo di ridurre al minimo le distanze fra produttori e consumatori rifiutando intermediazioni e certificazioni.

Nel corso della giornata numerosi saranno gli appuntamenti aperti al pubblico.

Alle 12 laboratorio di “Seitan” a cura di Erminia Abbattista.

Alle 16.30 dibattito sul tema “Creazione di una rete locale di mutuo appoggio”.

Alle 18 videoproiezione di materiale autoprodotto sulla tematica del lavoro precario.

Si prosegue alle 20 con il teatro “Letture sonore” di Salvatore Marci;

alle 21 musica dal vivo con l’Ensamble di musica popolare meridionale diretta da Federico Ancona, poi alle 22.30sulla in scena “Konrad Drums e Quartet bases”

 

“La fiera delle autoproduzioni ribadisce l’intento di favorire un’economia basata essenzialmente sulle persone e sulle relazioni tra queste, partendo dallo sviluppo dell’economia locale.

Il circuito economico e culturale che si innesca sottolinea la reale alternativa che l’autoproduzione rappresenta. La relazione tra produttore e consumatore oltre a favorire maggiori garanzie sul prodotto acquistato favorisce anche la riduzione dello spreco energetico e dell’inquinamento, ottenendo un vantaggio sul prodotto in termini economici e qualitativi.

Ma ad autoprodursi non sono solo i produttori di beni fungibili, ma anche coloro i quali quotidianamente producono Cultura, funzione primaria del progetto economico alternativo.

Nella società in cui è l’economia a dettare le regole della politica, parlare di Cultura e di Scelte Culturali significa parlare di un valore per molti da tempo alienato.

Oggi più che mai la Cultura è il mezzo più potente di controllo della propria vita imbrigliata negli ingranaggi della produzione. Autoprodursi significa autodeterminarsi culturalmente, avere il coraggio delle proprie idee e metterle in pratica a partire dalle proprie scelte quotidiane.”

da http://www.welfareitalia.it/contents.php?cid=4607 

mercoledì, 17 settembre 2008

Utili consigli (parte 1)

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Per utilizzare al meglio le pagine gialle abbiamo pensato a stilare delle note utili che saranno aggiornate via via che il sito s’ingrandisce e gli annunci aumentano.

– quando vi registrate e fatte il login ricordatevi sempre di fare anche il logout ovvero di disconnettervi dal sito quando avete finito di consultarlo e/o utilizzarlo. Questo è importante perchè evitate facili intrusioni sia nel vostro account che in generale per la sicurezza del portale.

– se avete un account e dovete inserire annunci referenti a più di una situazione (personali, collettivi, associazioni ecc.) il consiglio è di crearne tanti quante sono le situazioni. Questo, pur necessitando di un tempo maggiore in fase iniziale permette poi una gestione più precisa degli annunci garantendo un eventuale gestione plurale di un account.

– se volete restare aggiornati sui nuovi inserimenti potete scaricare uno dei tanti aggregatori di notizie (detti anche News Aggregator) free e opensource, basta copiare il link di ogni categoria (tasto destro del mouse sull’iconcina RSS a destra della descrizione della categoria) e aggiungerlo fra i vostri feed nell’aggregatore.

– quando contattate un singolo, associazione, cooperativa ecc. fate sempre riferimento alla fonte (cioè il sito Art & Mestieri) da cui siete venuto a conoscenza della loro attività (annuncio), questo permetterà a chiunque usufruisca di questo progetto di “riconoscersi” alimentando una rete di conoscenze e fiducia.

– se durante la consultazione sia di notizie e sia di annunci trovate degli errori, contenuti ambigui o dichiaratamente estranei all’intento e alle finalità del progetto scriveteci subito, pur monitorando in continuazione il sito e man mano che gli annnunci aumentano è facile che qualcosa ci sfugga e voi potete/dovete partecipare affinchè il tutto rimanga dentro i binari condivisi.

– se avete delle proposte che possono migliorare/incrementare sia la qualità e sia la diffusione del progetto fatevi sentire, anche questo è “solidarizzare” 

giovedì, 11 settembre 2008

Piccola Guida sull’inserimento degli annunci

Per inserire gli annunci è necessario registrarsi.
Per farlo bisogna cliccare “registrati” nel modulo “login form” sotto il menù principale.
Inserire tutti i campi richiesti prestando attenzione a che i testi corrispondano effettivamente ai dati richiesti (il campo email presuppone l’inserimento di un email valida ecc.). Bisogna inoltre ricordarsi di spuntare la voce sulla privacy, necessaria affinchè i dati inviati siano raccolti al solo uso del servizio erogato. In ultimo bisogna inserire lettere e/o numeri che appaiono nell’immagine sopra il campo del testo richiesto, questa opzione serve a limitare lo spam e gli attacchi indesiderati al portale.

Successivamente alla registrazione verrà recapitata presso l’email fornita la vostra richiesta di registrazione nella quale vi viene ulteriormente richiesto una conferma cliccando nel link fornito. Questa modalità vi tutela nel caso qualcuno volesse, a vostra insaputa, utilizzare il vostro nominativo e/o la vostra email; se così fosse fino a che non confermerete la registrazione al portale non sarà effettuata.

Una volta confermata la registrazione basterà inserire i campi richiesti (username e password) nel “login form” e così loggarsi al portale.

Per inserire un annuncio basterà sfogliare le voci di categoria (saperi, agricoltura, servizi ecc.) sotto le quali vi sarà richiesto, tra le altre oipzioni, di “inserie annuncio”. Cliccandoci sopra vi si aprirà una pagina con i campi necessari affinchè l’annuncio sia validato e inserito nelle “pagine gialle”. 

Anche in questo caso i dati inseriti debbono effettivamente corrispondere a quanto richiesto (ad es. il campo email necessita di un email valida e corrente, così nel campo nome potrete inserire un nominativo anche di fantasia ma non un indirizzo web o numeraioni ecc.).  A seconda della categoria o sottocategoria i campi varieranno.

Importante: sopra il form con i campi da riempire appare una piccola agenda dove in giallo sono segnati i campi richiesti (cioè obbligatori) e in grigio quelli facoltativi.

Questo tipo di compilazione è da rispettare se si vuole inoltrare correttamente l’annuncio, diversamente l’esito darà una pagina d’errore.

Laddove non abbiate intenzione o non sia utile inserire un campo facoltativo (ad es. città, telefono ecc.) non immetete nulla e il campo sarà ignorato; evitate d’inserire parole a caso onde evitare una scarsa comprensione dell’annuncio e problemi al sistema di gestione degli annunci.

Consigliamo di aggiungere un’immagine che possa in qualche modo richiamare all’annuncio o, laddove possibile, mostrare quanto si offre; è il modo migliore per farsi conoscere. 

Per qualsiasi tipo di dubbio o richiesta contattateci dall’apposito form contatti.

Grazie