Ma parla come mangi !!!
Questo è quello che il “popolo porco” ha sempre detto a chi parla in maniera artificiosa per mascherare la sua realtà ed è anche quello che da anni mi ronza nella testa, quando tutti i più grandi discorsi “rivoluzionari“ “legalisti” e “illegalisti” finiscono passando o non passando dalla cassa di un supermarket, quando attaccando il Potere si è dipendenti dal Potere non riuscendo ad andare oltre: ed è questo oltre che mi interessa!
Come fare a sganciarmi dal giogo-gioco di “guardie e ladri” inventando qualcosa dove non ci sia posto ne per guardie ne per ladri!
Uscire dalla sopravvivenza ed entrare nella vita; dove tutto quello che fai sviluppa le tue energie, le accresce, le moltiplica, togliendo sempre più spazio al Potere togliendogli l’aria di cui si nutre si gonfia e si tronfia : dimostrare concretamente che IL RE E’ NUDO!!!
Non penso di essere il solo o da solo nella storia e in quello che viviamo ad avere questo tarlo in testa, infinite esperienze legate da un filo ideale si sono spinte in questa direzione, ma su un filo ideale, mentre il Potere concretamente fa economia, capitalizza riuscendo a lucrare, ingrassandosi, anche con quel famoso filo ideale triturando il tutto all’interno delle sue logiche di mercato.
Per fare un esempio banale ma che molti di noi hanno vissuto, i famosi anni 70, nei quali le strade, le nostre case, le nostre sedi e le nostre tasche erano piene di carte che vomitavano le peggio cose contro potere e capitale ma che in ogni caso ingrassavano le industrie cartiere.
Ora faccio un’ipotesi altrettanto banale: se nei famosi anni 70 ci fosse stata una nostra cooperativa di cartieri o una cartiera socializzata magari parte di quella tonnellata di miliardi sarebbe rimasta all’interno di un nostro circuito economico magari reinvestita, così incominciando a creare le basi concrete di un’altra economia. Se poi, questa banale ipotesi si allargasse ad un arco storico più ampio magari alle nostre origini, tenendo conto dei quantitativi umani influenzati dalle nostre idee e dei loro relativi bisogni ci resta facile immaginare i risultati; molto probabilmente non avremmo più un mondo nuovo solo nei nostri cuori ma lo avremmo anche intorno a noi; sicuramente almeno per un pezzettino ( quel poco di Anarchia possibile come qualcuno diceva).
Ma la Storia non si fa con i “se” ma nemmeno rincorrendo lucciole scambiandole per lanterne, io penso che si faccia molto più banalmente, collegando tra di loro in maniera intelligente piccole cose che diventano parti di un progetto concreto e preciso di trasformazione sociale e non di un ipotesi filosofica ( e, come dice sempre quel famoso “popolo porco” la filosofia non riempie la pancia, considerando sempre che, un sacco vuoto non sta in piedi manco da solo )
A questo punto, i “Puristi del Pensiero“ e i cultori della politica ovvero, come dice sempre quel famoso “popolo porco” del quale mi onoro di far parte, dell’arte di fregare il prossimo insorgeranno accusandomi di “anarchismo bottegaio“ cosa che mi inorgoglisce visto che sono un anarchigiano. E…poi…tanto per tagliar corto, vorrei consigliare a chi eventualmente avesse perso memoria di dare una guardatina alle nostre origini e a quella dell’Internazionale dei Lavoratori.
Chiuso i preamboli veniamo al dunque: Da anni ormai, rianalizzando l’ultima sconfitta disastrosa subita e vissuta direttamente nell’anni 70, mi son ritrovato a pensare che l’unico modo per battere il Capitalismo sia batterlo lì dove lui fonda le sue radici, dove trova la sua linfa vitale, dove si costituisce ovvero l’economia; costruire un’ economia diversa, che garantisca l’espressione di una socialità diversa, che trasformi il quotidiano giorno dopo giorno elevando sempre più la qualità della vita, che dimostri in maniera inequivocabile che si può, che l’utopia è un’invenzione del Potere, che l’Emancipazione è realmente nelle nostre mani, che la Rivoluzione è una cosa banale come andare a lavorare e che quindi tutti la possono fare giorno dopo giorno strappandola, finalmente, dalle mani degl’Eroi!.. e, che dà anche, più capacità, forza e resistenza nello scontro diretto e quotidiano col “padrone”.
Da anni ormai, in molti, in modi diversi e in cose diverse abbiamo cercato di costruirci qualcosa che fosse più in relazione con le nostre idee e con le nostre esigenze, chi in ambiti rurali e chi in ambiti urbani, abbiamo costruito una ricchezza culturale e materiale abbattendo il muro tra lavoro manuale e lavoro intellettuale, il che non è poco, ora bisogna incominciare ad allargarsi altrimenti rischiamo di rimanere schiacciati dal peso della nostra stessa fatica, dei nostri anni e di un mondo balordo sempre più difficile da ribaltare, diventando di fatto la peggior propaganda di noi stessi perché fatta solo di sconfitte.
Da un po’ di tempo abbiamo incominciato a confrontarci sulle nostre esperienze, verificando la necessità di collettivizzare i nostri percorsi in modo da renderli più visibili e quindi accessibili, l’Autogestione è tornata finalmente come necessità unica ed essenziale per costruire un percorso di Emancipazione e il Mutualismo è la spina dorsale di questo percorso.
Attrezzare l’economia che già abbiamo e che necessita sviluppare deve essere il nostro impegno per dare base concreta della società AUTOGESTITA che vogliamo e, l’Anarchismo torni ad essere, finalmente, la Pratica dell’Emancipazione Sociale!
Sindacato Arti & Mestieri
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