
Giù le mani dal diritto di sciopero!
Quello che è successo alla BRT di Rovereto, dove la UIL ha organizzato una sorta di picchetto anti-sciopero chiedendo all’azienda di reprimere i lavoratori organizzati nel sindacato Sol Cobas, è di una gravità che non può passare sotto silenzio.
Da quello che leggiamo, un centinaio di facchini è entrato in sciopero dopo che il loro sindacato aveva dichiarato lo stato di agitazione. I punti salienti dello sciopero non erano né il TFR né i premi di produzione, bensì la stabilizzazione dei lavoratori precari (che BRT appalta alla multinazionale olandese Randstad) e la definizione rigorosa degli orari dei turni.
Non si è trattato nemmeno – come in altre occasioni – di un blocco dei cancelli, ma dell’astensione dal lavoro nel magazzino di un centinaio di operai. Quello che la UIL lamenta non è dunque che ai suoi iscritti (meno di un terzo, tra l’altro, rispetto al centinaio che stava scioperando) fosse impedito l’accesso, ma che le braccia incrociate dei colleghi avessero fatto accumulare un numero di pacchi tale da rendere impossibile l’attività del magazzino: cioè proprio l’efficacia dello sciopero.
La UIL, insomma, supera persino il DDL “sicurezza” che vorrebbe imporre il governo Meloni (il carcere per i lavoratori che bloccano strade e accessi ai luoghi di lavoro), attaccando il diritto stesso di incrociare le braccia, scavalcando nelle politiche anti-sindacali la stessa BRT! Queste le dichiarazioni del segretario Nicola Petrolli: “Non è possibile che 40-50 persone blocchino tutta la regione”; “L’azienda deve prendere una posizione forte per impedire che un gruppo di scalmanati impedisca di fatto (il magazzino funziona se tutti gli addetti sono in servizio) a chi vuole di poter lavorare”. Nemmeno Salvini è arrivato a tanto. Qui siamo all’istigazione all’odio sociale.
È solo attraverso la lotta che i facchini della BRT (e non solo) hanno ottenuto importanti conquiste negli ultimi anni.
Mentre il segretario della UIL si è coperto di vergogna, gli operai in sciopero per 72 ore consecutive hanno dato ai lavoratori tutti, ogni giorno più ricattati in ogni ambito della società, un esempio di forza, di compattezza e di solidarietà.
Noi stiamo con loro.
Trento, 24 gennaio 2025
C.U.B. (Confederazione Unitaria di Base) – Piazza Generale Cantore n. 3 – 38122 TRENTO
Telefono: 3458839983
S.B.M. (Sindacato di Base Multicategoriale) – Via Giacomo Matteotti n. 40 – 38122 TRENTO
Telefono: 3495366000