GUERRA E SOLDI
È successo con la gestione della pandemia, e succede con la gestione della guerra in #Ucraina. Politici e mezzi di informazione che si muovono come veri tentacoli #Usa in #Italia, favorendo gli interessi economici d’oltreoceano, dall’inizio dell’invasione bellica operata dalla #Russia, assumono posizioni decise per convincere la cittadinanza italiana ad assecondare i piani americani e della #NATO (che era un’alleanza nata difensiva, dopo la seconda guerra mondiale, ma dagli anni 90 si è trasformata sempre più in un monoblocco politico aggressivo a totale guida americana).
E, così, invece di intervenire a priori, per evitare il danno, è stata agevolata e creata un’architettura di scontro tra “superpotenze”, con una guerra in cui a rimetterci sono essenzialmente gli ucraini, con morti e sofferenze, mentre i responsabili politici, americani, europei e russi, stanno comodi sulle loro poltrone. E come già successo per la pandemia, anche stavolta le iniziative intraprese pongono le condizioni per aggravare la situazione sociale e per distruggere anche l’economia nazionale italiana, facendo ancora una volta comodo agli americani e ai loro interessi commerciali.
Non tutti ricorderanno che, il 28 febbraio, cioè appena 4 giorni dopo l’inizio dell’invasione russa, il presidente del Consiglio #Draghi decise per un nuovo “stato di emergenza”, stavolta non più per la pandemia ma per l’Ucraina, addirittura fino al 31/12/2022, con questa motivazione “in relazione all’esigenza di assicurare soccorso e assistenza alla popolazione ucraina sul territorio nazionale in conseguenza della grave crisi internazionale in atto” [vedere https://www.governo.it/…/comunicato-stampa-del…/19292].
Questo ha fatto subito immaginare che il piano era già prestabilito, per una durata più lunga possibile della guerra. Altro che armi per finire la guerra e arrivare alla pace.
La guerra serve per mandare le armi, facendo guadagnare soldi agli azionisti delle aziende coinvolte. Infatti, nei primi giorni della guerra, quando non si era ancora arrivati allo sfascio totale, si sarebbe già potuto e dovuto muovere l’apparato diplomatico italiano, che è uno dei più capaci e riconosciuti al mondo, perché con la diplomazia si con-vince, cioè si vince-con, e dunque di vince insieme, appianando le situazioni. Invece, con la guerra si vince e basta, con tanti morti, generando acredine e odio permanente in chi perde.
Questa seconda disgraziata strada è stata quella scelta dall’Italia, per il tramite del #governo, succube della linea americana e NATO, e del #parlamento, che sembra ridotto a figurine senza voce, con tutte le conseguenze annesse e connesse. Non solo, ma a furia di riempire l’Ucraina di armi e soldi stranieri, finirà che questo Stato perderà ogni forma di indipendenza, perché resterà soggiogato sotto il peso di un debito incolmabile e ricattato dai creditori, anche per la ricostruzione, a rischio di fare la fine della Grecia (ai tempi della gestione europea di Draghi), con anche il rischio teorico aggiuntivo di arrivare allo smembramento del territorio, con parti cedute anche a Ungheria e Polonia.
A questo, stanno esponendo l’Ucraina gli “amici” europei e americani.SLG-CUB Poste ha aderito allo SCIOPERO GENERALE del prossimo 20 maggio, per l’intera giornata, con Cobas Poste e Cub Poste, in coerenza alla propria coscienza di fondazione, come sindacato contrario agli atteggiamenti militaristi, tipici di chi non subisce i danni che crea. Del resto, le super potenze agiscono solo con la potenza, non con l’intelligenza. E se si va a vedere tutte le volte che sia la Russia che gli Usa hanno iniziato delle aggressioni militari, ai danni di qualche popolo, alla fine, non hanno mai saputo risolvere i problemi creati da loro, lasciando solo scompiglio ovunque si siano intromessi.
Ecco perché, proprio seguendo la storia, se un governo italiano e un parlamento italiano si fanno orientare e coinvolgere in modo totalizzante dalla “superpotenza” americana, allora non sono destinati a fare proprio nulla di buono né per gli ucraini, materialmente e umanamente straziati dalla guerra, e né per gli italiani, economicamente dissanguati.
SLG CUB Poste