
3 agosto 2021
Esattamente un secolo è passato da quando la sinistra consegnò l’Italia nelle mani di Benito Mussolini. I “patti di pacificazione” furono firmati dai socialisti ma tutta la sinistra, con la sua strutturale ignavia a servizio del potere, ne fu complice. Tutto quello che il fascismo ha potuto fare e che l’umanità ha subito e continua a subire, ha nella sinistra i principali responsabili.
I “patti di pacificazione” furono lo strumento politico con il quale si liquidò la Rivoluzione in corso in Italia, si isolarono le Gloriose Resistenze raccolte intorno agli Arditi del Popolo, si resero inefficaci le capacità organizzative della gloriosa Unione Sindacale Italiana, mentre si diede legittimità politica e libertà d’azione, a Mussolini e alle sue bande di delinquenti.
La Storia si ripete sempre due volte: la prima come tragedia, la seconda come farsa.
Infatti ora siamo alla farsa, la sinistra che costruisce direttamente un fascismo mentre i fascisti inneggiano alla libertà.
I conti con la Storia sono sempre aperti e di certo non sono stati chiusi con l’ignobile farsa di una pensilina di un distributore di benzina in Piazza Loreto.
La Storia è di chi la fa gli altri la subiscono e la Storia di certo non si fa facendo chiacchiere su chi la sta facendo.
Gino Ancona
TIRANNIDE E DITTATURA: COSA SONO E QUALI RAPPORTI LE LEGANO?
Si ha una tirannide quando qualcuno permane in un impiego/potere/ruolo della centralità pubblica oltre un tempo determinato, più del dovuto. Vi è un tiranno d’ordine superiore, nel livello più elevato, e molti tiranni d’ordine inferiore, nei livelli sottostanti. Da notare che un tiranno maximo non può affermarsi senza il concorso collettivo dei tanti tiranni minori. Nessuno da solo può imporsi sul popolo. Il tiranno maximo può attuare ogni suo volere solo disponendo della compiacenza dei tiranni minori, non a caso fidelizzati con particolari attenzioni e privilegi a partire dal loro definitivo ingresso in una casta, cosa altra rispetto al popolo.
Così giunge la dittatura: una indebita ed ingiusta volontà legislativa imposta per il tramite di una casta di tiranni minori.
Badiamo che la dittatura può avvenire sia in presenza d’un tiranno maximo, che mai restituisce i suoi poteri al popolo, che di un governante normalmente eletto e permanente per un tempo determinato. Entrambi, sia il tiranno manifesto che il democrata apparente, possono dettar leggi ingiustificate, inique e pesanti, soggioganti e vessatorie, facendo affidamento sulla casta dei piccoli tiranni: dei detentori a vita degli impieghi/poteri/ruoli detti pubblici. Sono i tiranni inferiori a creare la base, il supporto, il terreno, su cui chiunque, tiranno o governante temporaneo, può sviluppare la sua opera di oppressione di individui e popolo.
Ripetiamolo.
Una dittatura non può esistere senza il contributo di coloro che si sono impossessati della res publica. Questa va partecipata da quante più persone sia possibile per ottenere una società di soci paritari consapevoli e responsabili e non un popolo di ignari sudditi sottomessi. Il gran problema che ha continuato a precipitare il mondo, senza mai farlo ascendere verso situazioni migliori nonostante la caduta dichiarata di molte tirannidi e l’ascesa di altrettante “democrazie”, sta nel non aver notato l’importanza di quel complesso di impieghi/poteri/ruoli pubblici solo apparentemente secondari. Posseduti da alcuni, questi creano un capillare autoritarismo essi per primi ed il substrato per il sorgere di una incrollabile dittatura ai massimi livelli, in ambito legislativo.
Concludiamo.
Cultura, educazione, informazione sono ancora in mano agli assunti a vita in impieghi ch’eppure erano divenuti un pubblico dominio alla nascita della Repubblica. Noi umani, insoddisfatti di come vanno le cose, veniamo da loro regolarmente fuorviati. Colta questa terribile anomalia democratica, non possiamo non sostituirci ora noi cittadini ai burocrati carrieristi. I governi inizieranno ad impegnarsi al fin di scrivere leggi ben calibrate: che realizzino l’interesse della collettività ma non gravino spietate sulle persone.
Se vogliamo che il mondo cessi di far pena e divenga una meraviglia, diamoci da fare in prima persona. Non lamentiamo più problemi, focalizziamoci sulla soluzione che tutti li dissolve, dismettiamo ora, tutti, i tiranni minori: gli assunti a vita in impieghi che solo pro tempore vanno partecipati. Apriamo la Banca del Pubblico Impiego ed iniziamo ad alternarci tra persone competenti, idonee, preparate, rigorosamente a tempo determinato. In capo a breve, il peso della vita diverrà d’incanto lieve e piacevole da portare.
Danilo D’Antonio
Monti del Terremoto
Pacificamente, legalmente, civilmente,
facciamo evolvere l’Italia e l’intero Pianeta.
La Repubblica: accessibile, dinamica, fluida,
osmotica, partecipata, vissuta. Fe-li-ce!
Solo ora ho letto
https://artiemestieri.info/le-assemblee-civiche/