martedì, 19 luglio 2011

G8 Genova 10 anni dopo

Segreteria Generale Sindacato USI Arti e Mestieri-AIT

A Carlo Giuliani a 10 anni dalla tua morte

Caro Carlo,

è da un bel po’ di anni, è da quando ho perso l’innocenza, che se ne andata insieme alla paura di non essere all’altezza della situazione, che ho incominciato a pensare che la Storia non è quella che viene raccontata.

Incominciai a muovermi in autostop per cercare i luoghi della Storia e soprattutto quelli che erano ancora vivi e in qualche modo incominciavo a cercare di dare il mio contributo alla Storia e, come con l’autostop, avevo imparato che se sbagli strada, sbagli luoghi, poi sei finito, non arrivi più e recuperare diventa mostruosamente faticoso perchè – chi sbaglia strada non va dove vuole ma dove la strada lo porta -. 

Allora incominciai a capire che per il potere è essenziale trovare le forme e i modi per farci perdere tempo mandandoci fuori strada quindi l’invenzione di finti movimenti diventa essenziale nelle strategie di dominio: il potere per esistere ha bisogno di essere riconosciuto e parafrasando il Mao – il potere è una tigre di carta, son gli altri che sono imbecilli! –

Quello che riporto sotto è il comunicato che feci girare un mese e mezzo prima del G8 a Genova e le cose mi fan sempre più convinto che il nemico è molto vicino, molto più vicino di quello che immaginiamo, è già da molto tra noi.

G8 ma dio cane siam scemi?!

Cari compagni, vedo che la trappola Genova è riuscita a coinvolgere quasi tutti, io non riesco a capire come mai i compagni ci stiano cascando eppure il potere sta lavorando in maniera estremamente grossolana e chiunque sia abituato a leggere i fatti della Storia e abbia un minimo di conoscenza dei meccanismi di comunicazione di massa se ne rende subito conto; allora devo dedurre 2 cose, la prima è che evidentemente l’intelligenza che dirige le varie “parrocchie” è completamente asservita ai piani di dominio, e la seconda che a livelli di base non esiste capacità d’analisi e l’ignoranza dilaga. Siamo arrivati al punto che le manifestazioni sono pubblicamente finanziate dallo stato 3 miliardi e i finanziamenti volutamente indirizzati ai buoni in modo da fare incazzare ulteriormente i cattivi dandone ulteriori motivazioni “morali” alla loro incazzatura. Poi si strombazza ai 4 venti l’obitorio di 500 mq. cosa da fare orrore e proprio per la logica dell’orrore, come nei film, la gente accorre allo spettacolo, uno spettacolo che da più di un anno viene fortemente pubblicizzato, gonfiato a dismisura in modo da garantire il massimo delle presenze e il tutto esaurito. Poi possibile che non si riesca a capire che il comportamento della polizia a Napoli era studiato per un unico risultato quello di far incazzare la gente e portarla così alla rivincita, a Genova. E ancora, Göteborg, la polizia scorda a casa i lacrimogeni e usa direttamente le pistole in una situazione decisamente tranquilla e il tutto, i media, lo convogliano per Genova perché così era studiato. E’ fin troppo chiaro che la regia non è di tipo nazionale, hanno tirato fuori di tutto dal terrorismo arabo all’alleanza di insurrezionalisti di Italia, Grecia e Spagna, chiaramente, passando per le reinventate Brigate Rosse, il bello è che le cose poi te le dicono anche chiaramente come per esempio: il responsabile per la sicurezza americano dichiara che anche i dimostranti rientrano nell’economia del vertice; a…a proposito dei dimostranti è buffo vedere come in poco tempo da essere arrestati o caricati solo per una sciarpetta o un fazzoletto tirati un po’sulla bocca ora ti fanno arrivare alle manifestazioni con un abbigliamento da fare invidia ai 7 samurai. E’ stato coniato subito il nome “il Popolo di Seattle” e hanno ragione infatti il grosso dei manifestanti a Seattle era costituito dalle O.N.G. che sono soltanto le truppe d’occupazione al soldo delle Nazioni Unite necessarie alle guerre umanitarie per imporre la democrazia della società civile. C’è solo una cosa che non è chiara, mi sfugge il perché di tanto investimento, qual’è l’obiettivo che il potere si è dato… e questo mi preoccupa moltissimo!

per la Rivoluzione Sociale

Gino Ancona

Fabrizio De André (orig. Georges Brassens), “Morire per delle idee”

Morire per delle idee, l’idea è affascinante
per poco io morivo senza averla mai avuta,
perchè chi ce l’aveva, una folla di gente,
gridando “viva la morte” proprio addosso mi è caduta.
Mi avevano convinto e la mia musa insolente
abiurando i suoi errori, aderì alla loro fede
dicendomi peraltro in separata sede
moriamo per delle idee, va bè, ma di morte lenta, va bè
ma di morte lenta.
Approfittando di non essere fragilissimi di cuore
andiamo all’altro mondo bighellonando un poco
perchè forzando il passo succede che si muore
per delle idee che non han più corso il giorno dopo.
Ora se c’è una cosa amara, desolante
è quella di capire all’ultimo momento
che l’idea giusta era un’altra, un altro movimento
moriamo per delle idee, va bè, ma di morte lenta
ma di morte lenta.
Gli apostoli di turno che apprezzano il martirio
lo predicano spesso per novant’anni almeno.
Morire per delle idee sarà il caso di dirlo
è il loro scopo di vivere, non sanno farne a meno.
E sotto ogni bandiera li vediamo superare
il buon matusalemme nella longevità
per conto mio si dicono in tutta intimità
moriamo per delle idee, va bè, ma di morte lenta, va bè,
ma di morte lenta.
A chi va poi cercando verità meno fittizie
ogni tipo di setta offre moventi originali
e la scelta è imbarazzante per le vittime novizie
morire per delle idee è molto bello ma per quali.
E il vecchio che si porta già i fiori sulla tomba
vedendole venire dietro il grande stendardo
pensa “speriamo bene che arrivino in ritardo”
moriamo per delle idee, va bè, ma di morte lenta, va bè,
ma di morte lenta.
E voi gli sputafuoco, e voi i nuovi santi
crepate pure per primi noi vi cediamo il passo
però per gentilezza lasciate vivere gli altri
la vita è grosso modo il loro unico lusso
tanto più che la carogna è già abbastanza attenta
non c’è nessun bisogno di reggerle la falce
basta con le garrote in nome della pace
moriamo per delle idee, va bè, ma di morte lenta,
ma di morte lenta.

Segreteria Generale Sindacato USI Arti e Mestieri-AIT

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