martedì, 13 aprile 2010

Associazione “Terra Libera”

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Atto costitutivo
Associazione “terra libera”
Un’utopia concreta

Il podere occupato di Campofico, come progetto sociale uno spazio dove confrontarsi sulla produzione di reddito e sviluppo del territorio, sia in campo economico sia culturale, nel rispetto della natura e dei rapporti umani, uno spazio aperto al territorio, dove ci si possa confrontare sulla salvaguardia della natura, contro ogni tipo di devastazione ambientale, per la promozione di un turismo consapevole e amante della natura.  I suoi principi costitutivi sono soprattutto l’assenza della proprietà privata e il principio del consenso, ossia l’unanimità delle decisioni. Questi “punti consensuali” sono scelti nella convinzione che, in qualsiasi contesto sociale, una vera uguaglianza non sia realizzabile senza la base di un’uguaglianza economica, e sono assunti come corollario al desiderio di porre l’individuo, la sua autonomia e la sua felicità a fondamento di qualsiasi sviluppo sociale.

La fattoria dovrebbe rappresentare la realizzazione pratica di un’utopia libertaria: la possibilità, cioè, di raggiungere un alto livello d’autosufficienza economica, di libertà individuali e di solidarietà sociale attraverso il lavoro e l’agire collettivo, eliminando ogni forma di gerarchia, sia quelle determinate dalla proprietà sia quelle legate al sesso, sia quelle fisiche sia quelle intellettuali. Dovrà essere un laboratorio quotidiano dell’autogestione che riesca a permettere al tempo stesso il massimo sviluppo delle possibilità individuali e il rispetto delle diversità umane e l’opposizione alle leggi del privilegio e del profitto; la dimostrazione concreta, insomma, della possibilità di un vivere individuale e collettivo che nega e che contrasta, le ingiustizie del sistema dominante. Intende cercare soprattutto nelle nostre menti e nei nostri cuori le strade di una sincera e reale ricerca per la trasformazione sociale. – Una quotidiana e continua rappresentazione di una personale e collettiva ricerca di quel mondo migliore, più libero e giusto, nel quale sarebbe anche ora che cominciassimo a vivere, noi che ci avveleniamo il sangue per questo schifo di mondo che invece dobbiamo sopportare.


1-La fattoria si propone di lavorare nel territorio della montagnola senese dove essa è dislocata promovendo una cultura agricola naturale e rispettosa dell’ambiente, promovendo gruppi d’acquisto e mercatini dei prodotti naturali.

2-La fattoria si propone inoltre di sviluppare le energie alternative come il solare e l’uso del legname dato dalla manutenzione del bosco, la fitodepurazione come metodo di salvaguardia ambientale e risparmio energetico.

3-La fattoria si propone di sviluppare forme d’allevamento d’animali da carne o formaggio nel pieno rispetto degli animali.
Allevamenti allo stato brado, dove l’animale può sperimentare le sue normali forme di vita, anche se in un recinto, ciò giova all’animale, ma sicuramente anche a noi, che finalmente possiamo mangiare carne d’animali non torturati.
Ci battiamo altresì per la chiusura di tutti gli allevamenti intensivi, dove gli animali, non hanno lo spazio vitale per vivere.

4-La fattoria si propone inoltre di sviluppare un’agricoltura tesa all’autosufficienza, nel pieno rispetto della natura senza l’uso di concimi chimici e pesticidi.
 
5-La fattoria intende valorizzare un turismo consapevole in grado si saper apprezzare i silenzi della natura e le sue bellezze in armonia con essa in un rispetto reciproco, promovendo la costruzione di un campeggio libero e uno spazio d’ospitalità non mercantile.

6-La fattoria si configura come un luogo culturale dove poter far esprimere le nostre capacità artistiche, promovendo sul territorio, rassegne teatrali, cinematografiche, spettacoli nelle piazze, concerti, mostre, eventi culturali come presentazione di libri o documentari. Si doterà di una rivista che sappia parlare con il territorio su sviluppo sostenibile, natura e ambiente, rapporti di genere, e di condizioni di sfruttamento, di guerra e pace nella convinzione che fino a quando permetteremo di sviluppare caserme ed eserciti la condizione delle popolazioni inermi non cambieranno, e noi continueremo ad avvelenarci il sangue in inutili manifestazioni della pace.

“sull’arcobaleno del sole – il folle la vita cavalca” 
Renzo Novatore


Che cosa vuole essere la fattoria?

Essenzialmente un progetto pedagogico; per una pedagogia libertaria, che sappia essere sul territorio un punto di riferimento culturale, in grado di proporre stimolanti riflessioni, su i nostri stili di vita, e sulla necessità di ripartire dalla valorizzazione dei territori e delle sue attività produttive; intesa come valorizzazione dei percorsi individuali e sociali.
Un luogo dove la diversità individuale abbia la possibilità di incontrarsi e confrontarsi in una cornice non autoritaria dove le differenze d’età, di genere, fisiche e intellettuali, non sono mai un elemento d’esclusione o di rappresentazione gerarchica. Ognuno da secondo le proprie capacità, ognuno prende secondo le proprie necessità, in una relazione di scambio reciproco.
Riteniamo questo il punto centrale del nostro agire pedagogico, che ci unisce tutti al di là, dalle nostre disabilita. 
Il nostro impegno pedagogico è dato dalla convinzione di voler trasmettere il sapere necessario per realizzare a pieno il senso della vita, nella continua ricerca di una felicità possibile, che secondo noi e possibile solo nel riconoscimento reciproco, delle nostre diversità, di genere, fisiche e intellettuali, che sappiano mettere in continua discussione, tutte le barriere fisiche che intellettuali che tendono a creare, relazioni d’esclusione, di potere e di sfruttamento.
Un luogo che abbia la capacità di essere al tempo stesso azienda agricola e scuola libertaria, una libera università, per un libero sapere, uno spazio libero e antiautoritario.
Dove tramite il nostro agire quotidiano, cerchiamo di mettere in pratica il presupposto che anima il nostro agire sociale, in una continua ricerca di un mondo più giusto dove far crescere e vivere i nostri figli e i nostri nipoti. 
Riteniamo: un altro mondo è possibile, ma per poterlo realizzare è necessario partire dai territori, dalla difesa del suolo, dalla necessità di proporre uno sviluppo economico che faccia proprio il principio ecologico della tutela ambientale contro politiche di devastazione e saccheggio a cui abbiamo assistito negli ultimi anni.
Non ci stancheremo mai di denunciare con forza che finche il mondo sarà dedito alla competizione armata per il dominio delle risorse, per lo sfruttamento del pianeta, in una folle corsa agli armamenti, in un continuo genocidio di popolazioni inermi, che hanno la sola colpa di trovarsi in un posto strategico per gli interessi del dominante di turno, l’umanità intera, sarà a rischio di assistere in diretta TV o sullo schermo del PC, alla distruzione stessa dell’umanità e del pianeta in cui viviamo.
Crediamo che la pedagogia libertaria sia utile se non indispensabile strumento, contro l’assenza della ragione che sembra attraversare il mondo.
La fattoria si propone d’essere promotrice di  un’assemblea costituente internazionale arcobaleno, che sappia far proprio il principio della pace e della solidarietà nella cooperazione tra i popoli, nell’uguaglianza e nella giustizia sociale, nel pieno rispetto dei diritti inviolabili dell’individuo. Che ripudia la guerra come strumento di risoluzione delle controversie internazionali e considera lo sterminio delle popolazioni civili un crimine contro l’umanità.
Contro la guerra che avanza opponiamo la nostra resistenza antifascista.
Alla sola indignazione per l’ultimo massacro, preferiamo l’indignazione per tutti i genocidi. Che il  nostro giorno della memoria, sia tutti i giorni nelle nostre lotte, nel nostro agire sociale, convinti della necessità di dover denunciare con forza i crimini commessi contro l’umanità, e battersi affinché siano possibili percorsi di cooperazione internazionale, tese a stabilire gli interessi comuni per uno sviluppo globale, che sappia tener conto delle differenze territoriali, in una capacità d’arricchimento reciproco, in uno spirito di cooperazione.

“l’assemblea e la comunità devono essere il prodotto interno, intrinseco al processo rivoluzionario; anzi, il processo rivoluzionario non dev’essere altro che la creazione dell’assemblea e della comunità e, contemporaneamente, la distruzione del potere. Assemblea e comunità devono divenire parole d’ordine della lotta, non remote panacee. Devono essere create come mezzi di lotta contro la società attuale, non come astrazione teoriche e programmatiche. Tra i primi passi che possono essere intrapresi vi è sicuramente l’avvio di movimenti municipalisti di base che siano in grado di promuovere assemblee popolari, che sappiano costruire comunità in torno a valori condivisi”
Murray Bookchin

ASSOCIAZIONE “TERRA LIBERA”
per contatti: campofico@yahoo.it
Angelo 3201592893

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