Germogli di mutualismo sui rami del lago
Dall’esigenza di trovare risposte concrete ai propri bisogni, liberandoli da meccanismi economici devastanti, un insieme di persone e gruppi perlopiù provenienti da ambiti libertari, ha costituito, in maniera informale e del tutto autonoma, fra le province di Lecco e Como, una piccola rete centrata sullo scambio di beni e saperi, basata sul mutualismo e sulla solidarietà
L’idea sonnecchiava già da tempo nei pensieri di molti che, avendo già scelto di vivere in contesti più rurali per affrontare in modo diretto le proprie esigenze quotidiane, si trovavano a pagare nel parziale isolamento di esperienze simili il prezzo di una tale scelta. Personalmente, essendo alla ricerca di pratiche emancipatrici che esprimessero una concretezza fruibile immediatamente, mi ritaglio un ruolo di “nodo” per la creazione di un’occasione di contatto: coinvolgo alcuni che non si conoscono direttamente pur risiedendo a poche decine di chilometri di distanza, comunico con altri legati ad un attivismo più “politico”, rispolvero qualche vecchia conoscenza che, allontanatasi dai siti del “produrre” si è avvicinata ai luoghi del “saper fare” (la montagna, la campagna, ma anche l’orto in contesto urbano…). Grazie ad altri “nodi” si riesce quindi a fissare un incontro in una data coincidente ad una piccola festa consuetudinaria.
Il luogo dell’incontro è una frazione di un paesino di montagna, nelle cascine rivitalizzate dal lavoro di anni da compagni per i quali l’autogestione e l’autonomia sono pratiche ordinarie di vita quotidiana. E’ l’occasione per conoscerci e confrontarci su cosa facciamo e cosa cerchiamo. Durante il confronto si crea un indirizzario con indicazioni su quello che si offre e quello di cui si ha bisogno; da qui l’avvio di un percorso di scambio delle risorse messe a disposizione da tutti per tutti: prodotti come pane, castagne, unguenti, birra e sapone, mezzi come furgoni e attrezzi, capacità come saperi e manualità. Viene poi fissato un altro incontro a distanza di due mesi che diverrà occasione per un aiuto concreto alla ristrutturazione di un edificio.
Inizia così un percorso che, costruito in base alle necessità di chi vi partecipa, acquista concretezza a partire da un bene di base: il favoloso pane fatto da un compagno (che grazie alle ricercate caratteristiche si conserva per parecchi giorni) diventa un rifornimento fisso settimanale, rappresentando un risparmio parziale per chi lo produce da sé e l’addio al circuito economico per chi non ne faceva ancora a meno.
Un piccolo passo significativo: trasformando lo scambio da occasionale in costante, si ottiene il salto migliorativo che permette di dare solidità a processi che rimarrebbero altrimenti fragili e quindi poco utili alla ricerca di un’indipendenza reale dal sistema economico dominante. Da qui lo stimolo per proseguire il percorso appena iniziato, allargandolo e infittendolo di rapporti che ne moltiplichino le possibilità di sviluppo.
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