Dall’età di sette anni aveva provato direttamente sulla sua pelle la violenza del lavoro; insieme agli altri bambini proletari. La sua vita, mai rassegnata, era stata una rivolta continua contro il capitale e lo Stato. Contro la guerra che massacrava milioni di proletari. Contro il fascismo. Per organizzare la resistenza sindacale come militante dell’USI. Per dare possibilità concrete alla speranza di riscatto dell’umanità. In lotta e in fuga dalla repressione fra l’Italia, la Svizzera, la Russia e la Germania. Dentro e fuori le galere fra compagne e compagni da aiutare e che lo aiutano nel momento di maggior pericolo.
Adesso (1923), Francesco Ghezzi di Cusano Milanino dove era nato il 4 ottobre 1893, dopo l’ennesimo arresto, è di nuovo in Russia che lo ha accolto come rifugiato politico; anche se non mancano i contrasti con i bolscevichi. Il movimento anarchico è, di fatto, clandestino, ma lui, ostinatamente, tiene i contatti con le compagne e i compagni. Fa l’operaio come sempre e il rivoluzionario conseguente alla sua scelta giovanile. In particolare, collabora con la solidarietà internazionalista per conto della Croce Nera Anarchica. Nel 1929, in Russia, i bolscevichi hanno definitivamente compiuto la parabola totalitaria iniziata già pochi mesi dopo l’ottobre 1917. L’attività di Francesco non è più sopportabile e viene accusato di svolgere azioni controrivoluzionarie e di essere un «agente dell’ambasciata fascista». Come altri è internato nel campo di concentramento di Suzdal’ dentro quello che era stato il monastero di Sant’Eutimio, trasformato in galera. Ci rimane per 3 anni e si ammala di tubercolosi. La campagna internazionale di solidarietà costringe i bolscevichi a toglierlo dal gulag e spedirlo in esilio nel Kazakistan; con l’obbligo, comunque, di non lasciare l’URSS. Da qui, poco dopo, viene rimandato a Mosca, dove riprende il suo lavoro di operaio e la sua attività clandestina in aiuto degli antistalinisti, anche se gli sbirri lo tengano sotto controllo. Si sposa con Olga Gaake e hanno una figlia, Tat’jana. Nel 1936, chiede di essere mandato in Spagna a combattere contro il fascismo. Gli viene negato il permesso, malgrado le insistenze della CNT che sollecita la liberazione degli anarchici detenuti nelle galere bolsceviche e il loro invio al fronte. Al contrario, il 5 novembre 1937 è arrestato definitivamente con l’accusa consueta di attività controrivoluzionaria nei luoghi di lavoro e di essere un sostenitore, addirittura, del nazismo. Torturato, per un mese, alla Lubianka dagli sbirri del NKVD, non cede, non confessa e non tradisce. Il 3 aprile 1939, viene spedito nel gulag di Vorkuta oltre il circolo Polare Artico dove muore di tubercolosi il 3 AGOSTO 1942.
Dietro le accuse paranoiche del regime stalinista, ce n’è una sola vera e luminosa. Francesco Ghezzi era, fino alla fine, un anarchico. Un rivoluzionario, un ribelle contro ogni potere e Stato. Tanto più ripugnante come fu quello sovietico
Esattamente un secolo è passato da quando la sinistra consegnò l’Italia nelle mani di Benito Mussolini. I “patti di pacificazione” furono firmati dai socialisti ma tutta la sinistra, con la sua strutturale ignavia a servizio del potere, ne fu complice. Tutto quello che il fascismo ha potuto fare e che l’umanità ha subito e continua a subire, ha nella sinistra i principali responsabili.
I “patti di pacificazione” furono lo strumento politico con il quale si liquidò la Rivoluzione in corso in Italia, si isolarono le Gloriose Resistenze raccolte intorno agli Arditi del Popolo, si resero inefficaci le capacità organizzative della gloriosa Unione Sindacale Italiana, mentre si diede legittimità politica e libertà d’azione, a Mussolini e alle sue bande di delinquenti. La Storia si ripete sempre due volte: la prima come tragedia, la seconda come farsa.
Infatti ora siamo alla farsa, la sinistra che costruisce direttamente un fascismo mentre i fascisti inneggiano alla libertà. I conti con la Storia sono sempre aperti e di certo non sono stati chiusi con l’ignobile farsa di una pensilina di un distributore di benzina in Piazza Loreto. La Storia è di chi la fa gli altri la subiscono e la Storia di certo non si fa facendo chiacchiere su chi la sta facendo.
MILANO – Le denunce di infortunio sul lavoro con esito mortale presentate all’Inail entro il mese di aprile sono state 306, 26 in più alle 280 registrate nel primo quadrimestre del 2020 (+9,3%) e in linea con quelle del primo quadrimestre 2019 (303 eventi mortali). Stabile invece il dato generale relativo alle denunce di infortunio: tra gennaio e aprile sono state 171.870 (-0,3% Rispetto allo stesso periodo del 2020).
Tornando ai dati sulle vittime, a livello nazionale i dati rilevati al 30 aprile di ciascun anno evidenziano per il primo quadrimestre di quest’anno un decremento solo dei casi in itinere, passati da 60 a 48, mentre quelli avvenuti in occasione di lavoro sono stati 38 in più (da 220 a 258). L’aumento ha riguardato tutte e tre le gestioni assicurative dell’industria e servizi (da 253 a 263 denunce), dell’agricoltura (da 15 a 25) e del conto Stato (da 12 a 18). Dall’analisi territoriale emerge un aumento nel nord-est (da 51 a 66 casi mortali), nel centro (da 44 a 56) e al sud (da 62 a 87). Il numero dei decessi, invece, è in calo nel nord-ovest (da 104 a 80) e nelle isole (da 19 a 17).
L’incremento rilevato nel confronto tra i primi quadrimestri del 2020 e del 2021 è legato sia alla componente maschile, i cui casi mortali denunciati sono passati da 256 a 277, sia a quella femminile, passata da 24 a 29 casi. L’aumento riguarda solo le denunce dei lavoratori italiani (da 237 a 267) ed extracomunitari (da 27 a 28), mentre calano quelle dei lavoratori comunitari (da 16 a 11). Dall’analisi per classi di età emergono decrementi per gli under 40 (-15 decessi), mentre tra gli over 40 si segnala l’aumento nella fascia 50-64 anni (da 143 a 172 casi).
Articolo e video a cura del Dr. Stefano Scoglio, Ph.D.
Sono partito già dal Marzo 2020 col denunciare che il presunto isolamento del SARS-Cov2, eseguito in primis dall’equipe del Chinese Center for Disease Control (CCDC) sotto il nome Zhu N. et al., non era affatto un isolamento, perché non c’era nessuna purificazione del virus, ma solo la messa in coltura su cellule di rene di scimmia del liquido bronco-alveolare di alcuni pazienti affetti da polmonite. Come dissi allora, quel liquido bronco-alveolare, più o meno centrifugato, conteneva circa 30 miliardi di particelle simil-virali, la maggior parte dei quali di origine umana (esosomi, vescicole extra-cellulari, etc)., che veniva poi messo in coltura su cellule di rene di scimmia Vero E6.
Uno potrebbe obiettare: ma chi se ne frega se è stato isolato, il virus c’è e ammala. Ma è proprio qui il problema: per poter dire che la causa di una malattia è un virus, e non tanti altri possibili fattori, come quelli alimentari, ambientali e iatrogeni (causati dai farmaci e dalle terapie stesse), occorre prima identificare il virus, il che significa isolarlo/purificarlo estraendolo dalla enorme massa di miliardi di particelle simil-virali presenti nel liquido del paziente; e poi, una volta isolato, verificare che sia patogeno, che possa far ammalare, il che è possibile solo se io testo su una cavia un materiale composto quasi esclusivamente dal virus, perché se anche ci fosse un effetto patogeno, se il materiale da me testato è grandemente eterogeneo, cioè composto di un grande numero di altri possibili fattori, non si potrà mai sapere se quel virus che ipotizzo essere la causa della malattia (in questo caso, Covid) ne sia veramente la causa. In sintesi, questa è l’essenza di quei principi fondamentali della microbiologia che si chiamano i Postulati di Koch.
In miei precedenti scritti (e in maniera ancora più dettagliata nel libro che sto per pubblicare) ho mostrato come tali Postulati di Koch non siano stati minimamente soddisfatti dai ricercatori, e dunque non c’è nessuna possibilità di affermare, con nessun grado neppure di probabilità, che le polmoniti bilaterali interstiziali e le trombo-embolie polmonari, che costituiscono l’essenza della malattia Covid (e che sono sempre esistite, e prima del 2020 si chiamavano col loro nome proprio) siano causate da un virus, e tantomeno dallo specifico virus SARS-Cov2.
Sono stato attaccato anche duramente per questa mia posizione, tacciata come negazionista, ma i veri negazionisti sono coloro che negano la vera scienza, volendo far passare per certo e provato solo ciò che è una mera ipotesi. Oggi, la mia posizione è definitivamente confermata da uno dei più importanti organi della sanità mainstream mondiale, il Center for Disease Control, o CDC, americano.
Dopo la comparsa della discussione sul presunto virus, già nel 2020 sono iniziate ad accadere cose strane. Nell’Aprile 2020, la Commissione Europea rilascia la seguente dichiarazione:
“Since no virus isolates with a quantified amount of the SARS-CoV-2 are currently available…”.1
“Poiché nessun isolato con un ammontare quantificato di SARS-Cov2 è attualmente disponibile…”.
E qualche tempo dopo, nel Luglio 2020, la stessa cosa viene ripetuta dal CDC americano:
“Since no quantified virus isolates of the 2019-nCoV are currently available…”.2
“Poiché nessun isolato virale quantificato è attualmente disponibile”.
Utilizzai l’affermazione per mostrare come il non isolamento del virus fosse confermato anche dalle principali istituzioni. E tuttavia, la dichiarazione era strana, perché, anche se si affermava che non esisteva nessuna quantificazione del virus, si parlava comunque ancora di “isolati”.
La stranezza sta nel fatto che, a rigor di logica, un isolato è intrinsecamente quantificato: isolamento significa separazione di un qualsiasi materiale, molecola o organismo dall’intero complesso di cui fa parte; pertanto, idealmente l’isolato .
Costituisce il 100% del nuovo materiale isolato che si ottiene. Può darsi che non si possa raggiungere il 100% per la presenza di qualche impurità, ma comunque si parlerebbe di un isolato al +/- 95%. Questo non sarebbe ideale, perché se io devo essere certo che un certo batterio o “virus” sia patogeno, ne devo testare la patogenicità nel suo stato di isolato puro, o mi resta sempre il dubbio che l’eventuale effetto patogeno possa essere dovuto alle impurità presenti. Ma potrei almeno parlare di una probabilità molto elevata, al 95%.
La principale obiezione dei virologi a realizzare questi isolati purificati è che i virus non possono sussistere al di fuori delle cellule ospiti, e quindi non si possono “isolare” se non attraverso delle colture cellulari. Si tratta di un’obiezione infondata: il presunto virus non è un organismo vivente, quindi non può morire, è una molecola, e dunque se isolato, per quanto non proliferi, mantiene la sua struttura, è può dunque riattivarsi una volta messo su altre cellule. E questo consentirebbe di definire il virus, sequenziarne il genoma in modo corretto, e a quel punto ritrovarlo e quantificarlo nelle colture cellulari in cui lo si pone dopo averlo isolato. Senza nessun previo isolamento, la messa in coltura è messa in coltura di Dio solo sa cosa!
Anche volendo adeguarsi alla modifica dei postulati di Koch effettuata da Rivers nel 1937, si può anche ammettere che, per le prove di patogenicità, si utilizzino non il virus isolato ma le colture cellulari in cui si farebbe proliferare il virus, ma per poter avere la certezza che quelle sono colture cellulari di uno specifico virus, occorre prima conoscere il virus, che dunque deve essere preventivamente isolato/purificato.
Insomma, senza previo isolamento/purificazione del virus tutto ciò che ne ne consegue non ha alcun senso. Ecco perché affermare di aver prodotto un isolato non quantificato non ha alcun senso, è una contraddizione in termini. Contraddizione che esplode in tutta la sua gravità in un recente documento ufficiale dello stesso CDC.
Il CDC americano ha risposto a due richieste sull’isolamento del virus avanzate sulla base del Freedom of Information Act (FOIA). Questa è la risposta alla prima:
Qui, la frase chiave è:
“The SARS-Cov2 virus may be isolated from human clinical specimens by culturing in cells.”
“Il virus SARS-Cov2 può essere isolato da campioni umani clinici coltivandolo in coltura cellulare.”
Questo conferma quello che sospettavamo, e che sono andato ripetendo in questi ultimi mesi: laddove l’isolamento è un procedimento di sottrazione, ovvero tu sottrai ciò che vuoi isolare dal complesso di cui fa parte, qui l’isolamento viene identificato con un procedimento moltiplicativo, la messa in coltura, che è l’esatto opposto dell’isolamento.
In una seconda richiesta FOIA, questo elemento è stato ulteriormente specificato, perché chi ha sottoposto la richiesta ha addirittura riportato la definizione di isolamento del vocabolario proprio per evitare che si giocasse sulla terminologia:
Quindi, la richiesta è specifica, e si chiede se il virus è stato isolato secondo la definizione comune di “isolamento”, come riportata nel vocabolario: “to set apart from others” – “Separare dagli altri”;
“Select among others – to separate from another substance so as to obtain pure or in a free state” –
“Selezionare tra gli altri – separare da un’altra sostanza in modo da ottenere un elemento puro o in uno stato libero.”
A questo punto la richiesta è ineludibile, e questa è la sorprendente riposta del CDC (il documento completo è allegato in appendice):
“La definizione di “isolamento” fornita nella richiesta è al di fuori di ciò che è possibile in virologia, dato che i virus hanno bisogno delle cellule per replicarsi, e le cellule hanno bisogno di cibo liquido. Tuttavia, il virus SARS-Cov2 può essere isolato da un campione clinico umano mettendolo in coltura cellulare, che è la definizione di isolamento utilizzata in microbiologia…”
Quindi, quando i virologi dicono che hanno isolato un virus, non intendono dire che l’hanno purificato, separato dal resto del materiale organico in cui si trova. No, intendono l’opposto, ovvero per loro isolare significa moltiplicare, cercare di far proliferare, l’esatto contrario del significato del termine “isolamento”.
Ad esempio, questa è la risposta degli scienziati cinesi dell’equipe che, per la prima volta al mondo hanno detto di aver isolato il SARS_Cov2 , ad una 3 richiesta di chiarimento avanzata dal mio amico e giornalista tedesco Torsten Engelbrecht:
Alla domanda se l’ultra-Alla domanda se l’ultra-centrifugazione del campione biologico dei pazienti effettuata dai ricercatori cinesi fosse stata fatta in gradiente di densità (una tecnica usata per la purificazione di materiale biologico), i ricercatori rispondono:
“Come detto sopra, i campioni sono stati arricchiti piuttosto che purificati…”
Questo conferma quello che ho detto sopra: il processo normalmente utilizzato in virologia non purifica, ovvero non sottrae, ma arricchisce, ovvero moltiplica il già super-complesso secreto del paziente in una coltura cellulare altrettanto complessa, dato che le stesse cellule di rene di scimmia hanno la stessa complessità genica e molecolare delle cellule umane del paziente.
La dichiarazione del CDC vista sopra rappresenta una conferma eclatante e a questo punto indiscutibile: i virus non possono essere isolati, non nel senso corretto del termine, perché ciò è “…al di fuori di ciò che è possibile in virologia”.
Abbiamo già risposto alla misera scusa con cui il CDC giustifica questa impossibilità a isolare, secondo cui i virus hanno bisogno delle cellule per replicarsi, ma ripetiamo : il CDC afferma che i virus hanno bisogno delle cellule per “replicarsi”, non per sopravvivere, proprio perché il virus, non essendo un organismo vivente, non può morire, è una molecola di acido nucleico in una capsula lipoproteica. In quanto tale, il presunto virus può essere isolato come qualsiasi altra molecola, e come per tutte le molecole la loro attività è data dalla loro struttura. Quindi, isolando un presunto virus integro, che mantiene la sua struttura, dopo averlo purificato e analizzato, lo si può mettere in coltura su cellule sane, e usare quella coltura per le prove di patogenicità.
La cosa sorprendente è che gli esosomi, che sono indistinguibili dai virus e hanno la stessa dimensione e struttura dei presunti virus , sono invece isolati in 4 modo corretto. E allora perché i virologi non fanno lo stesso? Forse perché 5 dovrebbero ammettere che cercando di isolare potenziali virus super-tossici in realtà non fanno che isolare innocui esosomi? Questo porterebbe a prove di patogenicità in cui la tossicità e l’effetto patogeno sarebbe del tutto assente, e questo porrebbe in una crisi esiziale le stesse fondazioni della virologia.
E così, i virologi si ostinano a generare colture indistinte, senza nessuna conoscenza preliminare del virus che si vuole testare, con prove di patogenicità del tutto manipolate e truccate.
I virologi affermano che c’è un virus patogeno nella coltura cellulare perché le cellule Vero (di rene di scimmia), su cui viene immesso l’estratto di secreto del paziente, dopo 3 o 5 gg iniziano a morire. Questa sarebbe la prova, senza nessun preliminare isolamento del virus, che nel secreto del paziente si ha un virus patogeno che uccide le cellule Vero. Ma soprattutto, tutte le volte che vien fatto questo esperimento di “isolamento virologico” attraverso la prova degli effetti citopatici (patogenicità cellulare) su cellule Vero, i virologi non si preoccupano mai di fare un test di controllo adeguato e corretto, per verificare cosa succederebbe alle stesse cellule Vero senza l’immissione di nessun liquido del paziente.
A volte il controllo viene fatto, ma in modo manipolatorio: come sottolineai in un articolo scritto sul presunto primo isolamento del virus da parte dell’equipe cinese di Zhu et al. , i ricercatori cinesi fecero la solita coltura cellulare e trovarono 6 che dopo 4 gg le cellule Vero iniziavano a morire; mentre nel controllo, ovvero senza nessuna immissione di materiale presuntivamente infetto, accadde la stessa cosa, ma in 6 gg. Questo fu interpretato come indice del fatto che nella coltura dove fu immesso materiale presuntivamente infetto c’era il virus! Ma a parte che una differenza di 2 gg non sembra sufficiente a trarre nessuna conclusione, gli autori nascosero il fatto che le due colture erano differenti: quelle col “virus” erano cellule di cancro al polmone, mentre quelle del controllo erano cellule Vero di rene di scimmia, che sono chiaramente più “robuste” e meno fragili di quelle tumorali. Era quindi chiaro che i dati non avevano nessun valore. Ma in generale, neppure un tale finto controllo viene eseguito.
Le cellule di rene di scimmia sono sottoposte al test di cito-patogenicità non in uno stato neutro, ma con l’aggiunta di antibiotici, ormoni e altri nutrienti sintetici; e dato che tali ingredienti sono anch’essi relativamente tossici, per confermare che la tossicità cellulare sia dovuta al virus e non ad altro, occorre verificare in parallelo che la mistura di cellule Vero non degradi e non produca effetti auto-tossici di per sé, senza l’intervento di nessun secreto di paziente. Questo, però, non viene mai fatto.
Lo ha fatto, recentemente, l’equipe del dr. Stefan Lanka, che non ha ancora completato lo studio, mancando le fasi del passaggio al microscopio elettronico, e del sequenziamento, ma ha diffuso i primi risultati, già estremamente significativi.
Qui sopra si vedono le diapositive delle colture cellulari sviluppate dall’equipe del Dr. Lanka, senza l’aggiunta di nessun secreto di pazienti presuntivamente affetti da una patologia virale, ma seguendo la procedura normalmente usata dagli stessi virologi per la coltura cellulare del presunto virus. Questa, ad esempio, è la procedura descritta dal gruppo di ricercatori del CDC americano per l’isolamento del SARS-Cov2:
“Sono stati raccolti campioni clinici da un paziente che aveva acquisito il COVID-19 durante un viaggio in Cina e che è stato identificato a Washington, USA … I campioni di tampone nasofaringeo (NP) e orofaringeo (OP) sono stati raccolti il terzo giorno dopo l’insorgenza dei sintomi, posti in 2-3 ml di terreno di trasporto virale, utilizzati per la diagnosi molecolare e congelati. I campioni confermati positivi alla PCR sono stati aliquotati e ricongelati fino all’inizio dell’isolamento del virus … Abbiamo utilizzato cellule Vero CCL-81 per l’isolamento…Abbiamo coltivato cellule Vero E6, Vero CCL-81, HUH 7.0, 293T, A549 e EFKB3 in Dulbecco minimal essential medium (DMEM) integrato con siero bovino fetale inattivato al calore (5% o 10%) e antibiotici / antimicotici … Abbiamo quindi tripsinizzato e risospeso cellule Vero in DMEM contenente il 10% di siero bovino fetale, 2x di penicillina / streptomicina, 2x di antibiotici / antimicotici e 2x di amfotericina B a una concentrazione di 2.5 x 105 cellule/ml … Abbiamo quindi fatto crescere le colture inoculate in un incubatore umidificato a 37° C in un’atmosfera al 5% di CO e osservato giornalmente gli effetti citopatici (CPE) … Quando si sono trovati CPE… abbiamo usato 50 μL di lisato virale per l’estrazione dell’acido nucleico totale per i test di conferma e sequenziamento “7
Qui si conferma di nuovo che l’isolamento corrisponde al suo contrario, alla messa in coltura, messa in coltura che viene fatta nel modo descritto, su cellule Vero E6, che però non sono in uno stato puro, ma miscelate con diversi ingredienti: 3 antibiotici, che vengono raddoppiati o triplicati tra la prima e la seconda fase, e che, come dice il termine stesse, sono ingredienti “anti-vita”.
Le diapositive del dr. Lanka mostrano nella banda superiore 4 stadi di trattamento delle cellule Vero al giorno 1, e nella banda sottostante gli stessi 4 stadi al giorno 5. I 4 stadi della procedura sono gli stessi utilizzati in virologia, e simili a quelli descritti nell’articolo del CDC riportato sopra, con l’unica differenza che in questo caso non c‘è l’aggiunta di nessun secreto di paziente Covid: al giorno 1, si parte con una coltura di cellule Vero con una piccola quantità di antibiotico; al secondo stadio di aggiunge alla cultura un mix di nutrienti e base di glutammina + siero bovino; al terzo stadio si raddoppia/triplica l’antibiotico, e con questa aggiunta già al primo giorno si notano effetti di degenerazione cellulare; che si aggravano ulteriormente quando si aggiunge anche materiale genetico di sintesi. Agli stadi 3 e 4, dopo 5 gg, senza che sia stato immesso nessun secreto o liquido di paziente presuntivamente patogeno, le cellule decadono nello stesso stato di degenerazione (cito-patogenicità) che si ha quando si aggiunge il secreto “patogeno”.
Questo dimostra che l’effetto citotossico non è dovuto a nessun virus patogeno presente nel secreto di un paziente, ma avviene spontaneamente per il modo in cui è strutturata la coltura cellulare. È chiaro, quindi, perché i virologi non fanno mai questo tipo di controllo, perché dovrebbero confessare che il secreto pieno di presunti virus non produce nessuna tossicità ed effetto patogeno ulteriore rispetto a quella che si ha normalmente nella cultura cellulare in sé e per sé.
Questa è dunque la conferma definitiva, oltre alla confessione del CDC, che nessun virus SARS-Cov2 è stato isolato, e di nessun virus si è veramente provata la patogenicità.
C’è un ultima frontiera a cui si possono aggrappare i virologi, quella del microscopio elettronico. I ricercatori dell’equipe di Zhu et al., rispondendo alla richiesta di Torsten Engelbrecht e affermando che non hanno purificato ma invece arricchito il presunto virus, affermano implicitamente che comunque l’esistenza del virus è provata dalle fotografie al Microscopio Elettronico (EM), e che le preparazioni del campione hanno come scopo proprio la messa a punto per l’analisi EM. Questo è il risultato che loro citano, specificando che non si tratta di “particelle virali sedimentate, non purificate”:
Ma senza avere prima isolato e analizzato il virus, come fanno a sapere che quelle viste al microscopio elettronico sono immagini appartenenti al virus che cercano, e non a qualche altro organismo, incluso l’organismo umano, visto che è noto che i secreti di pazienti umani contengono particelle geniche umane (vescicole extracellulari, esosomi, etc.) fino al 95% del materiale? Non lo sanno, è solo una 8 ipotesi fatta diventare certezza, e che nasconde completamente il fatto che esistono fotografie al microscopio elettronico di esosomi che appaiono del tutto uguali a quelle attribuite ai coronavirus:
Foto EM di esosoma
APPENDICE –
LA LETTERA DI RISPOSTA UFFICIALE FIRMATA DEL CDC AMERICANO
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15
European Commission, Working Document of Commission Services, Current performance of 1 COVID-19 test methods and devices and proposed performance criteria, April 16 2020, p.19.
Center for Disease Control and Prevention, Division of Viral Diseases, CDC 2019-Novel 2 Coronavirus (2019-nCoV) Real-Time RT-PCR Diagnostic Panel, 13/07/2020, p.39).
Zhu N et al, A Novel Coronavirus from Patients with Pneumonia in China, 2019, N Engl J Med. 3 2020 Feb 20; 382(8): 727–733.
Giannessi F et al., The Role of Extracellular Vesicles as Allies of HIV, HCV and SARS Viruses, 4 Viruses 2020, 12, 571; pp. 572-4.
Li P. et al., Progress in Exosome Isolation Techniques, Theranostics. 2017; 7(3): 789–804. 5 8
Zhu N et al, A Novel Coronavirus from Patients with Pneumonia in China, 2019, N Engl J Med. 6 2020 Feb 20; 382(8): 727–733
Harcourt J et al., Severe Acute Respiratory Syndrome Coronavirus 2 from Patient with 7 Coronavirus Disease, United States, Emerg. Infect. Dis., Volume 26, Number 6, June 2020.
Takeuchi S. et al., Metagenomic analysis using next-generation sequencing of pathogens in 8 bronchoalveolar with respiratory failure, in Nature, SCIENTIFIC REPORTS (2019) 9:12909
A Biandrate (Novara), Adil, un uomo di 37 anni, lavoratore e sindacalista che stava scioperando al di fuori di uno stabilimento della Lidl, è stato travolto e ucciso da un camion che è uscito forzando il picchetto.
A Prato, si è scoperto che il quadro elettrico dell’orditoio al quale lavorava Luana D’Orazio, era stato manomesso per funzionare anche quando la saracinesca era abbassata. Operazione fatta per recuperare tempo e aumentare la produttività. Ovviamente a discapito della sicurezza.
A Tavazzano, vicino Lodi, degli ex lavoratori licenziati dalla FedEx Tnt che stavano manifestando sono stati assaliti e picchiati con bastoni e teaser da un gruppo composto, a quanto pare, da guardie private travestire da lavoratori.
Sul Mottarone, il freno di emergenza della funivia caduta era stato manomesso, anche qui, “per superare le difficoltà economiche ed evitare che si fermasse a lungo”.
Nel frattempo, la stampa seguita da giorni a farci sapere che i giovani di oggi sono degli sfaticati che preferiscono stare a casa e prendere il reddito di cittadinanza, anziché andare a lavorare per 12 ore al giorno e 400€ al mese. Tesi condivisa anche da buona parte della politica tradizionalmente ostile al RDC, da Salvini e Renzi in giù.
Il punto è che, nel momento in cui sembra che ci si stia avviando ad uscire faticosamente dalla pandemia, il peggior capitalismo d’assalto ha deciso che finalmente è arrivata l’ora di tornare a fare soldi. Tanto più che, adesso, si sente pienamente rappresentato da un governo che più vicino a Confindustria non si può.
E se per “tornare a correre” (usando un’espressione che va molto di moda in questo periodo) dovesse rendersi necessario passare sopra la vita di qualcuno, si tratterà al massimo di fastidiosi danni collaterali.
Si chiamava Adil Belakhdim ed era il coordinatore dei Si Cobas di Novara il giovane 37enne, cittadino italiano di origini marocchine, l’uomo morto questa mattina investito da un camion davanti ai cancelli della Lidl di Biandrate, nel Novarese. E’ accaduto in via Guido il Grande, durante una manifestazione di lavoratori della logistica. L’autista che lo ha investito poi è fuggito. A bloccarlo in autostrada sono stati i carabinieri che lo hanno portato in caserma per raccogliere la sua versione. Sul posto è intervenuto anche il 118, ma per il 37enne non c’è stato nulla da fare. Addolorate e durissime le reazioni dei vertici della politica e del sindacato. Il presidente Mario Draghi da Barcellona dove partecipa all’Evento Cercle d’economia, chiede che “si faccia subito chiarezza”.
La dinamica
Secondo la ricostruzione dei testimoni il sindacalista stava presidiando insieme a una ventina di manifestanti i cancelli dove era stato organizzato il presidio sindacale, quando è stato travolto dal camion. Prima trascinato per un tratto, poi lasciato esanime sull’asfalto. “Quel camion lo ha trascinato per una ventina di metri, il conducente non può non essersene accorto”: dicono i lavoratori che hanno assistito all’incidente. Il camion ha urtato anche altri due manifestanti, ferendoli, che si trovano ora in ospedale ma non sono in gravi condizioni.
All’origine della tragedia ci sarebbe stato un diverbio tra il conducente del camion e i lavoratori che protestavano davanti al cancello e bloccando il passaggio. Secondo quanto riferito da Attilio Fasulo, segretario generale della Cgil di Novara, che si trova sul luogo della morte del sindacalista, “i lavoratori presenti hanno parlato di una discussione perché il camionista voleva entrare a tutti i costi”. Sempre secondo le testimonianze raccolte, il sindacalista sarebbe stato travolto e trascinato per una decina di metri, fino all’altezza del passaggio pedonale: infatti nei primi minuti si era immaginato che stesse attraversando la strada.
Adil Belakhdim era rappresentante dei Si Cobas e padre di due figli. Sul posto è accorso il fratello e ci sono stati alcuni momenti di tensione. “Me lo avete ucciso ha detto lui” mentre gli altri lavoratori cercavano di tranquillizzarlo.
Già edito su ilrovescio.infoin una versione riveduta e aggiornata dal suo autore, un articolo di risposta spedito a “Umanità Nova”, che il settimanale aveva deciso cortesemente di non pubblicare.
Leggendo l’articolo Il sonno della ragione genera morti di Enrico Voccia (“Umanità Nova” del 18/03/2021), ho avuto diverse difficoltà a rilevare una sufficiente validità nella maggior parte delle opinioni e interpretazioni dei fatti espresse…
Ho l’impressione che la buona Fede positivista della linea editoriale della testata stia dando prova di segni di oscurantismo scientista, smentiti dalla semplice cronaca dei fatti….
L’articolo parte in maniera opposta a quello che potrebbe essere uno scritto di divulgazione scientifica.
Anziché semplificare spiegando, argomentando e documentando la tesi principale (la presunta sicurezza del vaccino O.G.M. AstraZeneca), l’autore assimila la complessità analitica e statistica ad un episodio personale nel campo della ricerca spaziale, lasciando intendere che l’ignoranza popolare non può capire aspetti fondamentali intellegibili esclusivamente agli esperti di turno.
Ma evidentemente, una spontaneità intuitiva può essere più lungimirante di fredde e arroganti logiche e statistiche, che, da mezzi e metodi per una ricerca scientifica seria, possono essere con facilità manipolati e resi strumenti di propaganda… le supposte resistenze di comprendonio vezzeggiate nell’articolo si mostrano per quello che sono: istinti resistenziali alle menzogne di regime.
Nei fatti il rapporto causale tra queste vaccinazioni O.G.M. e morti non è stato escluso fin dall’inizio, così come hanno raccontato i media italiani.
Nella conferenza stampa dell’Ema, se da una parte la Direttrice Generale Emer Cooke assicurava che il vaccino O.G.M. era sicuro ed efficace e che i benefici superavano i rischi escludendo un aumento del rischio complessivo (overall) dei casi di trombosi, dall’altra ha precisato di non poter escludere un collegamento con i casi verificatisi, mentre la Presidente del Comitato di Farmacovigilanza, Sabine Straus, interrogata sul tema, ha persino parlato di gruppi di rischio per le donne, in particolare in giovane età, su cui pendono ulteriori accertamenti1(cose che sono state ribaltate dai mass media: i Tg hanno annunciato come assolutamente esclusa detta correlazione, evitando ovviamente di menzionare i gruppi di rischio citati2).
Che la possibile correlazione non fosse una bufala, in Germania, dopo 31 casi di trombosi registrati a seguito del vaccino O.G.M, a maggioranza nelle classi di rischio sopracitate, deve essere diventato chiaro anche a chi non maneggia un minimo di significatività statistica, tanto da suggerire la sospensione delle vaccinazioni per gli under 603.
Dati più recenti smentiranno la rassicurazione paventata nell’articolo, secondo il quale «anche se però si trovasse una qualche correlazione causale tra vaccini e queste ultra specifiche cause di morte, staremmo parlando di pochissimi eventi su un milione»… si conterà infatti la media di 1 su 100000 e per i soli eventi trombotici4.
Dopo la sospensione del Canada per gli under 55, sarà la volta dell’Olanda che ne interromperà temporaneamente l’inoculazione per tutti fino al 7 aprile, mentre il Regno Unito, nonostante avesse collezionato 30 casi di trombosi dal 24 marzo, sembrerà tirare dritto per la sua campagna vaccinale5.
A chiunque tenesse occhi e orecchie aperti, non sarebbero apparse come fulmini a ciel sereno le parole di Marco Cavaleri, Capo vaccinazioni di Ema, che in un’intervista al “Messaggero” in data 06/04/2021 si lasciava sfuggire che, al termine degli approfondimenti disposti, «…diremo che il collegamento c’è, ma come questo avviene dobbiamo ancora capirlo»6.
L’ammissione verrà confermata ulteriormente e ufficialmente da Ema, ma circostanziata da una rilevante successione di minimizzazioni e relativizzazioni, a base del mantra/leitmotiv «i benefici superano i rischi».
Tale slogan sarà in parte smentito proprio dalla Gran Bretagna, almeno per la fascia 20/29 anni, per la quale la vaccinazione verrà valutata più rischiosa che utile7.
Chiudendo gli aspetti “tecnici”, nell’articolo in questione il tutto viene rimandato a dei riferimenti privi di autorevolezza. Da una parte i link a tre video del giovane Giacomo Moro Mauretto, un bravo ragazzo che in tutta buona fede, nelle vesti di divulgatore scientifico, cerca di ricondurre mentalmente a plausibili e accorate giustificazioni dei danni da vaccino, in maniera estremamente efficace per un pubblico televisivo, in quanto ricca di umanità , ma povera di dati, fonti, riferimenti.
Con un piglio più distaccato, se non cinico, non è di grande aiuto neanche quello che con il seguente link l’autore definisce «un approccio più evoluto»…https://it.wikipedia.org/wiki/Significatività …
Mi permetto di far notare l’indelicatezza con la quale in soldoni si giustifica il sacrificio di alcune vite umane, a ipotetico beneficio della stragrande maggioranza della popolazione.
Quello che penso se ne possa dedurre non è soltanto una mancanza di tatto e rispetto nei confronti dei danneggiati da vaccino, ma persino la svalutazione di un principio che credevo cardinale… (almeno in certi ambiti): la sovranità (quindi significatività) dell’individuo (quindi non statistica).
Ma è quando si passa alle considerazioni politiche che emerge fra le righe l’arma ideologica dei governi più vigliacca di quest’epoca, leva della propaganda terroristica che accredita l’infondato paradigma etico di responsabilità verso gli altri… l’angelo sterminatore virale: grottesco paradosso per una letalità talmente esagerata, da rendere il capitalismo così attento a salvare vite umane8.
Secondo l’autore il caso AstraZeneca sarebbe una fake news tenuta in piedi dai mass media per questioni di audience e dal ceto politico per questioni di potere.
Pur dichiarando l’assenza di qualsiasi presunzione di dimostrazione, viene ipotizzata la possibilità di un complotto a danno dell’unica multinazionale disposta a mettere a disposizione il vaccino a prezzo di costo, a renderne disponibili le licenze, in generale a distinguersi dalle altre in questi termini, non tanto per questioni di efficacia e di sicurezza per le quali questi farmaci O.G.M. sperimentali sarebbero abbastanza simili.
Forse perché espresso con meno saccenza, questo passaggio sembra il più plausibile: che Pfizer e Moderna non abbiano prodotti con rischi tanto diversi da AstraZeneca può essere ricavato facilmente, ad esempio, dalla denuncia di un’associazione statunitense riportata dal “New York Times” e da “Fox News” 9.
Ma per una verifica un po’ più diretta, rimando ai dati ufficiali, che lasciano trasparire una maggiore dannosità, anche se in termini assoluti, di Moderna e Pfizer10.
Infine è da segnalare una dannosità non dissimile per il vaccino di Johnson&Johnson, (appena affacciatasi su mercati europei), che è stato sospeso precauzionalmente negli Stati Uniti, dopo 6 casi di trombosi11.
In ogni caso su inefficacia e pericolosità di questi vaccini O.G.M, l’articolista mostra non solo di non avere un approccio scientifico, evitando accuratamente di passare in esame elementi significativi e verificabili, documentazioni e argomentazioni, ma addirittura dando per scontata l’affidabilità di quegli istituti come AIFA e EMA che si scambiano vertici, amministratori e tecnici con le stesse multinazionali farmaceutiche, mostrando di essere un crocevia di conflitti di interessi… La mancanza di separazione di poteri è del tutto consuetudinaria in queste espressioni del capitalismo, d’altronde sono poteri talmente mastodontici – quelli di “Big Pharma” – che non fanno neanche attenzione a darsi una parvenza di credibilità, copulando incestuosamente con altre attività predatorie, dalla produzione di armi alle operazioni di alta finanza…
Probabilmente sarà per il fatto che, per approcciarsi razionalmente come ribadito nell’articolo, è inutile riportare un qualche riferimento concreto poiché i lettori, ignoranti e incapaci di applicare il concetto di significatività statistica, difficilmente comprenderanno l’importanza diretta ed indiretta di fermare questo virus grazie a questi vaccini O.G.M .
Preferendo un approccio ragionevole che si misuri sulla realtà, vi invito a prendere in esame seriamente i tabù dell’affare vaccini anti-Covid (efficacia reale, durata temporale e risarcimenti in caso di danni) e, per ultimo, lascio il finale a piccoli passaggi significativi, sgocciolati dalla propaganda quotidiana di regime e affiliati.
Ministro Enrico Giovannini, 18/03/2021 a Porta a Porta: …Attenzione, perché anche in altri Paesi non è che chi ha avuto il vaccino non possa trasmettere il virus, questo ci dicono gli studi, quindi non possiamo dire una volta tutti vaccinati il problema è risolto…
Dott. Lo Palco, 1/04/2021 a Piazza Pulita: …Lo abbiamo visto, lo abbiamo visto che alcuni medici vaccinati hanno comunque portato il virus in alcuni reparti…
Prof. Galli, 4/04/2021 a Otto e mezzo: …Attualmente abbiamo, ahimè purtroppo, delle reinfezioni degli stessi vaccinati dati da variante inglese, le segnalazioni sono ormai parecchie, niente di grave perché sono quasi tutte infezioni blande…
…The track review of the cases of thrombosis combined with thrombocytopenia has shown a predominance in some groups and notably in women and younger women, however at the moment it`s still premature to conclude on a very specific group because the background rik of thrombosis may be different in this group but it also be the case that more people have been vaccinated in this specific group for example reflecting the predominance of younger women know in the different member states different vaccination campaigns have been going on so the potential for the different levels is being of further evaluations like highlightned before and if minimization options are this will of course be further communicated.
Non sarà una data che fa da spartiacque, di quelle che segnano il confine tra un periodo di rassegnazione e quello della sollevazione generale. Tuttavia, la giornata di oggi, 6 aprile, da l’idea del vento in arrivo, un caldo di libeccio carico di tempesta. L’A1 sbarrata in Campania, strade bloccate a Milano, Foggia, Imperia, infine tafferugli a Roma sotto il Parlamento.
Se i dominanti sono avvertiti, sono avvisate tutte le forze ribelli. Non basta alzare le vele in ordine sparso, occorre organizzare una flotta compatta che abbia una rotta e un comando generale. La storia sta ricominciando a correre, e noi si deve correre con essa, senza tuttavia perdere la bussola, riducendo al minimo gli errori. Due sono i pericoli che, come sempre in questi casi, occorre evitare: le fughe avventuristiche in avanti e gli atteggiamenti attendisti tipici di certi intellettuali che in nome della “rivoluzione perfetta” giustificano la loro ignavia — di coloro che sono affetti dalla sindrome del cretinismo elettorale non vale la pena parlarne, se non per dire che vanno bollati come parassiti politici e cacciati a pedate.
C’è quindi da riconoscere i limiti e debolezze della rivolta nascente.
Prima tuttavia una doverosa premessa. Se decenni di neoliberismo avevano tracciato un solco divisivo tra garantiti e non garantiti, tra inclusi ed esclusi dalla società del benessere, un anno di Covid, questo solco l’ha molto dilatato. L’astuta regia politica dei dominanti ha determinato una vera e propria spaccatura sociale. In questo contesto non è plausibile immaginare che i non garantiti debbano mantenere la calma, che debbano sopportare in silenzio una vita di stenti, ciò in attesa che i garantiti scendano nell’arena.
E’ evidente che per cambiare il Paese occorre un blocco sociale egemonico, conquistare il consenso della maggioranza. Nel contesto dato è però solo nel fuoco del conflitto sociale che si costruisce questo blocco; è nella battaglia che va costruito il consenso; che possiamo sperare di dividere il blocco sociale del nemico. Ciò si può ottenere a patto di riconoscere che c’è un blocco sociale capeggiato dal nemico, che questo blocco non è solo un che di sociologico ma ideologico — chi sta col nemico, inutile girarci intorno, giustifica la dittatura sanitaria, ha accettato, in cambio della sua “sicurezza” e del suo “benessere”, l’insicurezza e la miseria degli altri, e giustifica il proprio servilismo disprezzando i disobbedienti.
Lo abbiamo sempre detto, nulla si cambia senza sollevazione popolare. Lo abbiamo sempre detto e lo ripetiamo: la forza motrice della sollevazione, giocoforza, saranno i settori sociali che la crisi getta sul lastrico, quelli che il sistema priva di ogni futuro.
Questa polvere di umanità che si va mobilitando, cha dal silenzio della vergogna scende in campo a viso aperto, essendo composta anzitutto dalla piccola borghesia e dal ceto medio pauperizzato, non possiede una tradizione di lotta e di autorganizzazione, né ha una coscienza politica vera e propria. E come un animale ferito che agisce ancora impulsivamente, in modo disordinato, addirittura corporativo. Comprensibile, dopo tante delusioni e tradimenti, la diffidenza verso i partiti di ogni colore. Come si superano queste deficienze? Coi sermoni? No, si superano anzitutto nella pratica, nella lotta, passo dopo passo, facendo in modo che il successivo sia più adeguato ed efficace del precedente.
Per questo c’è bisogno che i rivoluzionari stiano nel gorgo, fianco a fianco di coloro che si ribellano. Nella battaglia va superato ogni corporativismo categoriale, va costruita una rete di comitati locali per dare un’organizzazione, fino alla nascita di un vero e proprio fronte unito a scala nazionale per dare continuità e forza alla rivolta.
Ci siamo scontrati un paio di volte poi, l’ultima volta, si è riusciti a ragionare perché aveva un po’ smesso la sua impostazione stalinista. Sono addolorato! Mi dispiace sia morto e poi proprio in questo momento, non potrà avere un funerale degno della sua statura. (Gino Ancona)